Attilio Mastino
Presentazione del volume LXXXI 2019 di Epigraphica
Bologna 10 ottobre 2019, Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna
Con grande emozione possiamo presentare oggi qui all’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna, grazie all’impegno dell’Editore e di molti studiosi, questo LXXXI numero di “Epigraphica” di cui siamo orgogliosi, 740 pagine, 57 autori (alcuni conosciutissimi) provenienti da tanti paesi europei, dal Nord Africa fino al Canada e agli Stati Uniti, con novità, con molte iscrizioni inedite, con uno sguardo internazionale e in un orizzonte di fortissimo rinnovamento, nel quale vorremmo coinvolgere tutto il mondo degli specialisti e non solo.
Sempre più intendiamo procedere insieme sui differenti versanti di una disciplina pienamente vivace che non si limita a presentare le scoperte delle nuove iscrizioni greche o latine, ma che investe pienamente il tema della comunicazione nel mondo antico, dell’acculturazione e della formazione dell’opinione pubblica attraverso le scritture, si allarga alla storia degli studi, alle relazioni con l’archeologia e con la storia dell’arte, con la papirologia e con la numismatica; oggi ancor più grazie all’informatica, alle nuove tecnologie digitali, alla fotogrammetria, alla computer vision, al trattamento delle immagini, alla modellizzazione in 3D.
Un nostro caro amico ha scritto in questi giorni dopo aver sfogliato queste pagine: << Epigraphica 2019 è un bellissimo volume, che segna un evidente rinnovamento della rivista, pur nelle tristi circostanze che a esso hanno condotto. Credo che sia importante dimostrare come la nostra sia una scienza viva, difficile, ma al tempo stesso accessibile: l'epigrafia è sempre in grado di offrire nuove fonti con cui scrivere o riscrivere la storia, nonché di riflettere sulla sua stessa natura epistemica, migliorandosi con l'affinamento delle tecnologie, ma con solide radici che affondano in una tradizione disciplinare lunga di secoli. Angela Donati ha svolto un ruolo fondamentale nel passare questo testimone alle nuove generazioni con la riservata gentilezza che le era propria>> (Lorenzo Calvelli).
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