L’Università di Sassari per la lingua sarda.[1]
di Attilio Mastino
Atti del convegno su Lingua e Cultura Sarda
Uri, 9 e 10 Settembre 2011
Come prima cosa, desidero ringraziare Arvada per l’occasione di dibattito che ci offre, i Sindaci presenti, tutti i Comuni (Codrongianos, Cargeghe, Florinas, Ploaghe, Muros, Tissi, Ossi, Usini, Uri, Olmedo, Putifigari), il Presidente della Provincia Alessandra Giudici, che ho visto ieri sera e mi ha pregato di portare il suo saluto, e Smeralda Consulting, per questo incontro.
L’occasione odierna cade propizia, perché siamo reduci da una lunga polemica, la ‘guerra’ estiva che abbiamo dovuto sostenere sui mezzi di comunicazione e anche sui blog intorno al tema della cultura e della lingua sarda: vorrei allora profittare per parlare proprio delle critiche mosse all’Università riguardo a tali questioni.
Sono orgoglioso del fatto che nel corso del dibattito che abbiamo avviato a partire da gennaio intorno al nuovo statuto dell’Università, in attuazione della Legge 240 (la ‘legge Gelmini’), siamo riusciti a inserire un articolo (n. 58) che riguarda proprio la lingua e la cultura sarda: «L’Ateneo [di Sassari] promuove la tutela e la conoscenza dei beni e delle fonti dell’identità locale, con particolare riferimento alle lingue delle minoranze e alla lingua sarda nelle sua articolazioni territoriali, alle risorse naturali, ai beni storici, culturali, ambientali, paesaggistici e architettonici, ai saperi e alle tradizioni locali».
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