Il dolore della Sardegna per la scomparsa di Manlio Brigaglia.
(Tempio Pausania 12 gennaio 1929 – Sassari 10 maggio 2018)
Manlio Brigaglia è tornato per un giorno in quello che è stato il suo Dipartimento di Storia circondato dall’affetto degli amici, dei colleghi, degli studenti, di tanti Sardi. Consideriamo questa sua presenza oggi tra noi un segno di un legame profondo che la signora Marisa, Aldo, Mimma e la sua famiglia hanno voluto ricordare e riconoscere.
Ci ha tanto colpito la sua scomparsa, avvenuta sul lavoro, quasi sotto i nostri occhi, dopo la presentazione due giorni fa in aula Magna con Sabino Cassese e Paolo Pombeni del volume “La macchina imperfetta” in età fascista. Proprio questa settimana ci aveva consegnato la nuova edizione della sua Storia della Sardegna dalla preistoria ad oggi, un’opera fortunata, da lui curata per le Edizioni Della Torre.
Domenica ci aveva chiamato nel bar di Viale Umberto per discutere di nuove idee e nuovi progetti con gli amici di sempre. Mercoledì al cinema abbiamo ascoltato la sua intervista sul film di Fiorenzo Serra, “L’ultimo pugno di terra”, nella straordinaria rivisitazione di Peter Marcias, con quella transumanza di pecore e ma anche di uomini lontano dall’isola. E quella frase di Fiorenzo Serra e di Gavino Ledda a proposito della desertificazione e del disagio sociale degli anni ‘50, con quella espressione tremenda “maledetto quell’autobus, maledetto quel treno che svuota il mio paese”. Quanta pena per la Sardegna, quanto desiderio di vedere un tempo nuovo, quanto amore per la sua gente, i suoi allievi, i suoi studenti, la sua famiglia che ha seguito giorno per giorno con la ricchezza del suo affetto e la sua intelligenza.