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25. Comunicazione e diffusione delle conoscenze.

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Considero fondamentale per un Ente pubblico come l’Università garantire la massima trasparenza verso l’esterno ed orientare i servizi alle relazioni con i cittadini: non si tratta solo di promuovere l’immagine dell’Ateneo e di garantire la visibilità per i servizi, per l’offerta didattica, per i risultati della ricerca; più ancora si richiede un’informazione puntuale sugli atti e sullo stato dei procedimenti, una definizione dei diritti dei cittadini e le azioni indirizzate al miglioramento degli aspetti organizzativi.

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24. Centri di spesa.

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Occorre avviare la razionalizzazione dei centri di spesa con autonomia contabile, il cui numero deve essere ridotto senza traumi, magari in qualche caso accorpati per aree, senza stravolgimenti degli organi statutari.

Debbono essere riconosciute le specifiche responsabilità degli EP e dei Segretari amministrativi dei Centri di spesa, che debbono essere affiancati da giovani in formazione e non debbono individuare nell’Amministrazione una controparte ostile. Si deve arrivare alla dipartimentalizzazione degli attuali Istituti della Facoltà di Medicina e Chirurgia, all’indomani della nascita dell’Azienda Ospedaliera Universitaria.

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23. Medicina universitaria.

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La contrastata nascita delle Aziende Ospedaliere-Universitarie di Sassari e Cagliari, disposta da leggi nazionali che hanno ridefinito i rapporti tra Servizio Sanitario e Università, consentirà un rilancio delle due Facoltà mediche se le due Aziende saranno messe nelle condizioni di svolgere la propria specifica missione, che è quella di integrare la programmazione generale dell’assistenza (di cui è titolare il Direttore Generale) con la programmazione didattico-scientifica della Facoltà di Medicina (di cui è titolare l’Università): l’AOU di Sassari è nata con gravissimi ritardi rispetto al Decreto Legislativo 517/99 e con una dimensione spaventosamente ridotta, addirittura con un disavanzo finanziario programmato pari al 20%, visto che la spesa storica di oltre 100 milioni di euro è stata drasticamente ridotta.

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22. Gestione delle risorse e politiche di bilancio.

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Occorre in primo luogo sgomberare il campo da equivoci. L’Università di Sassari non rischia il dissesto finanziario, ha accumulato in questi anni risorse destinate a tempi difficili e collocate prudentemente nell’avanzo di amministrazione.

La struttura del bilancio dell’Ateneo è realmente sana e le spese in conto capitale storicamente non sono mai state superiori alle entrate.

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21. Pianificazione, organizzazione e controllo di gestione.

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Si deve pervenire rapidamente all’elaborazione di un piano strategico di Ateneo allo scopo di offrire una visione generale sullo stato dell’Università di Sassari e di definire le azioni di cambiamento per il prossimo triennio, indirizzate a definire specificità e differenze, a migliorare la capacità di autofinanziamento e l’efficienza, a garantire la qualità della didattica e della ricerca, ad aumentare il numero degli studenti stranieri ed i laureati in Sardegna, a sostenere gli studenti meritevoli che versino in condizioni economiche disagiate, a sviluppare la missione a favore del tessuto economico e sociale.

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20. Il personale tecnico amministrativo.

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Ritengo che il personale tecnico e amministrativo costituisca parte importante dell’Ateneo e sarei felice se partecipasse anche al dibattito elettorale con proposte, osservazioni, indicazioni operative, che certamente saranno utilissime per impostare un lavoro che dovrebbe essere espressione condivisa di una comunità da costruire, verso una stagione di relazioni sindacali non conflittuali ma positive anche a livello di RSU: penso alla nascita di un sistema di relazioni sindacali stabile, improntato alla correttezza e trasparenza dei comportamenti delle parti, orientato alla prevenzione dei conflitti, in grado di favorire un’efficace collaborazione al fine del raggiungimento di obiettivi condivisi.

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19. L’amministrazione e la dirigenza.

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Occorre pensare una completa revisione della struttura organizzativa, superando l’eccessiva parcellizzazione delle articolazioni interne, secondo un modello organizzativo e funzionale più agile, a Dipartimenti, ormai ampiamente condiviso da numerose istituzioni accademiche sulla base delle funzioni, dei servizi e degli strumenti (Affari generali e negoziali, Finanze bilancio programmazione e controllo, Ricerca, Formazione, Personale e gestione delle risorse umane, Infrastrutturazione e gestione del patrimonio edilizio).

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18. Strategie di sviluppo e gestione delle risorse umane, reclutamento.

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Il numero di docenti in servizio è attualmente soddisfacente, tanto che il nostro Ateneo si è collocato al primo posto in Italia per il parametro del c.d. affollamento: il dato va considerato in rapporto alle positive operazioni di chiamate di idonei e con incentivo effettuate negli anni e insieme deve essere messo in rapporto con il consistente turn-over previsto per i prossimi anni, compromesso dal limite del 50% fissato in finanziaria.

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17. Sedi decentrate.

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È noto come molte sedi gemmate, non solo in Sardegna, siano nate sotto la spinta della società civile, che sperava di aprire i territori verso l’esterno, auspicando l’arrivo di studenti e professori da altri paesi: in realtà la nascita dei corsi universitari in alcune realtà ha significato un’ulteriore chiusura, un ripiegamento, una limitazione ed un impoverimento; non sempre le sedi gemmate hanno avuto adeguata stabilità e hanno potuto offrire agli studenti la possibilità di seguire dibattiti e convegni, di fruire di servizi come biblioteche, mense, impianti sportivi; spesso le attività universitarie hanno drenato preziose risorse che sarebbero potute essere meglio orientate verso lo sviluppo.

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