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San Sperate. All’origine dei murales.

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San Sperate di Attilio Mastino.

La lunga primavera di San Sperate è iniziata quaranta anni fa, nel 1968, all’indomani del viaggio di Pinuccio Sciola in Spagna e poi nella Parigi sconvolta dal vento della contestazione del maggio studentesco e poi in Messico, alla ricerca di una dimensione mitica immaginata e desiderata a lungo: con questo volume curato da Ottavio Olita siamo condotti per mano attraverso le interviste dei tanti protagonisti di allora a riscoprire le ragioni per le quali il paese contadino del Campidano è uscito da un sonno millenario, quando i suoi abitanti tutti all’improvviso si sono appassionati di arte, hanno scelto la rivoluzione del sorriso, hanno compiuto un percorso culturale che è stato anche un’esperienza collettiva che possiamo riconoscere ormai entrata nella storia della Sardegna.

Le immagini in bianco e nero di Nanni Pes raccontano più delle parole con una profondità di campo che impressiona, fanno rivivere i tempi lontani del grigio paese di fango dall’aspetto spettrale che all’improvviso è diventato candido, ha riscoperto i colori, le figure, le emozioni, ha condiviso la passione, le curiosità, i desideri di un ragazzo come tanti, chiamato a guidare tutta la sua gente, che non è rimasta a guardare ma si è fatta incantare e quasi sedurre, ha vissuto e sofferto quasi una malattia o meglio un’epidemia.

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III Conferenza regionale per la ricerca e l’innovazione.

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Saluto del Rettore dell’Università di Sassari alla
III Conferenza regionale su ricerca e innovazione
Cagliari, 14 settembre 2012.

Cari amici,

porto il cordialissimo saluto dei ricercatori, del personale e degli studenti della Università di Sassari, a questa III Conferenza regionale per la ricerca e la innovazione voluta dal Vice Presidente Giorgio La Spisa.  Due giornate che si stanno concentrando intorno alle sfide in atto, alle nuove politiche regionali di fronte alla strategia europea Horizon 2020, al capitale umano, alla formazione dei giovani anche attraverso le summer school, all’internazionalizzazione, alla valutazione, al trasferimento tecnologico, alla innovazione come prezioso strumento di competitività del territorio in Sardegna e nel Mezzogiorno nei tempi della crisi globale.

Quello di oggi  è un evento con contenuti non scontrati, un fatto nuovo, una occasione che testimonia la complessità dei problemi, delle questioni che noi abbiamo di fronte e con le quali giorno per giorno dobbiamo confrontarci. Non posso non apprezzare le sessioni tematiche dedicate ai Beni culturali tra innovazione e valorizzazione e alla Radioastronomia in Sardegna, all’indomani dell’assegnazione del premio Navicella di Castelsardo a Simona Murgia, professore associato di astrofisica all’Università di Stanford.

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Il futuro sospeso di Ottavio Olita. CUEC.

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Attilio Mastino
Il futuro sospeso di Ottavio Olita
CUEC

Questo romanzo di Ottavio Olita è soprattutto una storia vera di vita e di amore. Amore innanzi tutto per la Sardegna, per la città del sole, Cagliari, per il suo lavoro, per la famiglia, per i figli, specialmente  per la nuova donna, la Gaia del romanzo, alla quale è legato da un rapporto dolce e amaro, fatto di intesa profonda ed ora anche di riconoscenza senza confini.

Il futuro sospeso racconta con delicatezza e incanto il percorso seguito per riemergere dalle macerie della vita e della malattia, segna una pausa di riflessione prima di ricominciare a vivere, per indagare su se stesso, con tanti sentimenti contrastanti, con una capacità nuova di compatirsi  per l’ingiustizia  del dolore e insieme con la speranza per i tempi nuovi che si annunciano.

C’è infine in queste pagine uno sforzo di analisi sul mondo della sanità, il desiderio che ha sempre animato la vita di Ottavio, di guardare alla realtà con spirito critico, di schierarsi dalla parte dei più deboli, di proporre strade nuove per l’impegno civile e per la militanza politica.

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Consegna del Candeliere d’oro speciale all’Università di Sassari.

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Trascrizione dell’intervento del Rettore dell’Università di Sassari prof. Attilio Mastino in occasione della consegna del Candeliere d’oro speciale all’Università di Sassari, 13 agosto 2012

Oggi in questa cerimonia si incontrano tre storie lunghe, tre storie parallele: la storia dell’Università, la storia del Comune di Sassari, la storia dei Gremi e dei candelieri raccolti nella pittoresca Faradda.

L’Università di Sassari rimanda le sue origini al Cinquecento e alla Sardegna spagnola: il testamento del cav. Alessio Fontana, funzionario di cancelleria dell’imperatore Carlo V, l’inizio dei corsi del Collegio Gesuitico sotto Filippo II 450 anni fa, le tappe successive del 1612 e del 1617 che hanno portato con Filippo III alla nascita dell’Università di diritto regio.

Era stato un rappresentante del Municipio al Parlamento Cardona già nel 1543 a chiedere l’istituzione in Sassari di uno Studio Generale.

Negli stessi anni i Gremi scioglievano il voto alla Madonna dopo una pestilenza e lo facevano gioiosamente, con la goliardia e lo spirito ironico sassarese, riprendendo le più antiche tradizioni pisane. Una tradizione, quella delle macchine a spalla, per la quale attendiamo il riconoscimento dell’UNESCO.

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Intervento del Rettore dell’Università di Sassari a Vic, in Catalogna.

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Intervento del Rettore dell’Università di Sassari a Vic, in Catalogna
per il Consell General delle 21 università catalane raggruppate nella Xarxa Vives d’Universitats
Campus Torre de Frares, Sala Segimon Serrallonga, 13 luglio 2012

Il Rettore dell’Università di Sassari Attilio Mastino è stato a Vic in Catalogna il 13 luglio 2012 per il Consell General delle 21 università catalane raggruppate nella Xarxa Vives d’Universitats.

Nell’occasione ha firmato con il collega Carlos Pérez del Valle, Rettore dell’Universitat Abat Oliba di Barcellona un accodo di cooperazione accademica sul piano linguistico, umanistico e sociale con il Dipartimento di scienze umanistiche, promosso dal prof. Gavino Mariotti. Nell’occasione ha partecipato nell’Aula Magna (Scientiae patriaeque impendere vitam) all’Atto conclusivo dei corsi 2011-12 di tutte le Università della rete, che ha avuto come momento culminante la laudatio di Maria Antonia Canals i Tolosa (con intervento di Anna Maria Geli de Ciurana, rectora de la Universitat de Girona) e di Eliseu Climent i Corberà (con intervento dell’on.le Jordi Pujol i Soley ex Presidente della Generalitat). Alcuni rettori catalani parteciperanno a Sassari il 5 novembre all’inaugurazione dell’anno accademico 451° dell’Università di Sassari,

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Il ruolo della scuola e dell’Università nella società della conoscenza, La Maddalena, 2011.

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Atti del 54° Congresso del Rotary International,  La Maddalena, 2011
Intervento del prof. Attilio Mastino
Rettore dell’Università di Sassari

Cari amici, qualche mese fa, invitato da Luciano Di Martino, ho avuto l’onore di parlare al Forum Distrettuale sul Rotary e l’Istruzione, e ho in quell’occasione richiamato le specifiche responsabilità dell’Università che adesso Bruno Mobrici ci ricordava. Dunque, il ruolo della scuola e dell’Università nella società della conoscenza come risorsa strategica del Paese, al centro dei processi sociali e culturali, capace di creare ricchezza e sviluppo.

Centrale, del resto, nel nostro tempo è anche il tema dell’integrazione degli stranieri, dell’inclusione di fasce nuove di popolazione, di sintesi di culture e civiltà, di multiculturalità.

L’integrazione deve partire dal riconoscimento della diversità ma anche dalla disponibilità di accogliere gli altri e il ruolo dei Rotary è quello di lavorare per costruire ponti tra culture, per abbattere muri, per edificare reti di relazioni e di contatti, per costruire in sostanza un futuro diverso, iniziando dagli aspetti più propriamente culturali.

Ringrazio veramente l’amico Governatore Roberto Scambelluri per l’invito a questo incontro, che mi viene rinnovato a distanza di pochi mesi nella solenne occasione del 54° Congresso Distrettuale, al quale partecipano tante persone che ammiro e che mi sono care.

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Il nuovo Museo Nazionale Garibaldino di Arbuticci a Caprera.

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Il nuovo Museo Nazionale Garibaldino di Arbuticci a Caprera
Attilio Mastino
La Maddalena, 3 luglio 2012

Mi sono chiesto che senso può avere oggi l’inaugurazione del nuovo museo nazionale garibaldino nella fortezza di Arbuticci, a Caprera, proprio di fronte alle Bocche di Bonifacio: la nuova struttura progettata dall’arch. Pietro Carlo Pellegrini, fortemente voluta  dall’Istituto Nazionale di studi di G. Garibaldi,  dal Sen. Mario Birardi, dalla Fondazione Banco di Sardegna e dall’Associazione delle Casse di risparmio, in occasione delle celebrazioni dei 150 anni dall’Unità d’Italia, diventerà un polo vitale di un più ampio museo nazionale diffuso solo se non sarà un memorale tradizionale, se guarderà avanti, se si collegherà con il Compendio Garibaldino e la Casa Bianca, con la Casa Manno in Alghero, con le Università della Sardegna, che rappresento anche a nome del Rettore dell’Ateneo cagliaritano Giovanni Melis.

Con lui, con Aldo Accardo per la Fondazione Siotto, con il Presidente della Società italiana per lo studio della storia contemporanea Agostino Giovagnoli firmeremo un accordo per la nascita di un Centro di ricerca storica sull’età moderna e contemporanea con lo scopo di contribuire alla realizzazione di percorsi didattici e formativi destinati alle scuole, agli studiosi e ai cultori di storia patria, anche attraverso la realizzazione in Sardegna di convegni e seminari di studi di respiro nazionale e internazionale.

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Seminario di Studi “Societas. Strumento di organizzazione pubblica e privata”

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Seminario di Studi
“Societas. Strumento di organizzazione pubblica e privata”
4-5 maggio 2012 (Sassari)

Desidero salutare a nome dell’Ateneo i relatori di questo Seminrio di studi su Societas, stumento di organizzazione pubblica e privata, promosso dall’ISPROM d’intesa con il Dipartimento di Giurisprudenza e il seminario di studi latino americani nel quadro dell’accordo di cooperzione con la Faculté de Droit et Science Politique de l’Université de Montpellier.

Saluto tanti colleghi e tanti amici che onorano il nostro Ateneo con la loro presenza e la loro partecipazione.

Il programma prevede solo un mio saluto di benveuto, ma consentite ad uno storico e ad un epigafista ormai a tempo ridotto come me di dire linteresse che il tema di questo incontro riveste anche per chi è lontano dagli studi di diritto, per la forza e la ricchezza di un modello, quello della societas che nell’antichità ha assunto profondi significati e che vediamo riflesso anche nella documentazione materiale, attraverso gli esiti operativi, con sullo sfondo sempre il diritto naturale, il diritto pubblico e quello privato. Volevo richiamare oggi soprattutto uno dei significati generali del termine societas: nel senso di communio, coniunxio, consociatio, koinonia, etairia, a significare una forma di sinergia, se volete di “consociativismo” che nel mondo romano trova forme di applicazione  sin dall’età arcaica con innovazioni e  variazioni nel tempo, dall’età repubblicana a quella imperiale sino al tardoantico.

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Utilisation de l’eau en Afrique du Nord dans le passé.

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Utilisation de l’eau en Afrique du Nord dans le passé
Attilio Mastino – Antonio Ibba*
Djerba, 24 mai 2012

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WADIS-MAR, Water harvesting and Agricultural techniques in Dry lands: an Integrated and Sustainable model in Maghreb Regions [Collecte des eaux et techniques agricoles dans les régions arides : un modèle intégré et durable dans les régions du Maghreb]

0. Je suis très honoré de représenter l’Université de Sassari et de revenir en Tunisie à l’occasion de  cette rencontre sur la rareté des ressources en eau, sur la gestion de l’eau et les processus de désertification, rencontre promue également par le NRD-Nucleo ricerca desertificazione [Unité de recherche sur la désertification] de l’Université di Sassari. Je suis particulièrement ému de revenir en Tunisie où me reviennent en mémoire tant d’occasions vécues et tant d’espoirs partagés, à Djerba également, lors du XVe Congrès sur L’Afrique Romaine. Mais, parmi tous ces souvenirs, je voudrais surtout évoquer ceux qui sont étroitement liés à nos recherches archéologiques à Dougga et Téboursouk à Henchir Douamis, la colline des souterrains, dont le nom rappelle la présence d’un grand nombre de citernes destinées à la récolte de l’eau au point d’arrivée d’un important aqueduc. J’espère que vous me pardonnerez si, durant un court moment, je vous convie à remonter le temps pour aller à la découverte des lieux qui gardent de nombreuses traces des techniques utilisées dans l’Antiquité classique pour la collecte de l’eau, précieuse ressource pour la survie dans les zones internes du Maghreb.

 

1. A la fin de l’époque coloniale, comparant la situation de l’Afrique méditerranéenne française avec celle de la France, Jean Despois, dans son ouvrage, désormais rangé au nombre des classiques,  intitulé L’Afrique du Nord et publié en 1963[1], résumait en un mot, à savoir le terme “inégalité”, l’aspect essentiel du climat nord-africain et mettait en évidence notamment la distribution irrégulière des précipitations en hiver, la rareté des pluies au printemps, les fortes variations pluviométriques d’une année sur l’autre, la sécheresse qui dure de 4 à 5 mois dans les régions dominées par la steppe.

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Water Use in North Africa in the past.

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Water Use in North Africa in the past
Attilio Mastino – Antonio Ibba*
Djerba, 24 maggio 2012

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WADIS-MAR, Water harvesting and Agricultural techniques in Dry lands: an Integrated and Sustainable model in Maghreb Regions

O. Sono onorato di rappresentare l’Università di Sassari, tornando in Tunisia in un incontro sulla scarsità della risorsa idrica, sulla gestione dell’acqua e i processi di desertificazione, promosso anche dal NRD Nucleo ricerca desertificazione dell’Università di Sassari: torno in Tunisia con emozione, ricordando tante occasioni e tante speranze, anche qui a Djerba, in occasione del XV Congresso de L’Africa Romana. Ma soprattutto voglio ricordare le nostre ricerche archeologiche presso Dougga e Theboursouk ad Henchir Douamis, la collina dei sotterranei, che nel nome ricorda la presenza di tante cisterne per la raccolta dell’acqua al punto di arrivo di un imponente acquedotto. Spero vorrete perdonarmi se per un m,omento vi porterò indietro nel tempo, alla scoperta di luoghi che conservano tracce delle tecnologie impiegate nell’antichità classica per la raccolta dell’acqua, preziosa risorsa per la sopravvivenza nelle aree interne del Maghreb.

 

1. Alla fine dell’età coloniale, confrontando la situazione dell’Africa Mediterranea francese con quella della Francia, Jean Despois nell’ormai classico volume intitolato “L’Afrique du Nord” pubblicato nel 1963[1] sintetizzava nel termine “inégalité” l’aspetto essenziale del clima nord-africano, evidenziando in particolare l’irregolare distribuzione delle precipitazioni invernali, la scarsità di quelle primaverili, le forti variazioni pluviometriche fra anni contigui, la siccità che dura 4-5 mesi nelle regioni dominate dalla steppa.

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