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La pace nel mondo antico. Rotary club Sardegna.

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Attilio Mastino (con la collaborazione di Antonio Ibba)
La pace nel mondo antico
Rotary club Sardegna
Sassari, Aula Magna dell’Università 16 marzo 2013

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Cari amici,

intervengo con emozione a questo incontro con tanti amici dedicato al tema della pace, partendo dal mondo antico, cercando di esprimere la complessità del tema.

In un celebre discorso che Tacito attribuisce all’eroe dei Britanni il principe caledone Calcago è riassunto polemicamente come nel negativo di una lastra fotografica il senso che i romani davano alla parola Pace: >.

Siamo nell’età di Domiziano nell’84 d.C. durante le guerre in Britannia e in Scozia. Qualche anno prima l’imperatore Tito aveva distrutto dalle fondamenta il tempio di Gerusalemme, cercando di impiantare a Roma il culto di Javeh nel templum pacis allora costruito nel foro romano, l’edificio sacro più straordinario e più conosciuto del mondo antico.

Vespasiano e i suoi figli Domiziano e Tito avevano adottato il modello propagandistico della Pax Augusta, che trova la più alta espressione nelle Res Gestae divi augusti, il testamento politico di Augusto scritto nel 14 d.C.: qui Ottaviano precisava di aver fatto chiudere per tre volte il tempio di Giano Quirino cum per totum imerium populi Romani terra marique esset parta victoriis pax. Eppure oggi la pace frutto della guerra e delle vittorie ci ripugna.

Concetti che tornano propagandisticamente nei bassorilievi dell’Ara Pacis di Roma, dedicata dopo le guerre nella Hispania Tarraconensis nel 9 a.C.

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Domenico Ruiu, Il fotografo dei rapaci.

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Attilio Mastino
Domenico Ruiu, Il fotografo dei rapaci
Nuoro, 9 marzo 2013
*Testo breve

I  rapaci occupano da sempre uno spazio significativo nella letteratura sulla Sardegna per rappresentare un ambiente naturale, gli spazi solitari del Gennagentu, ma anche una cultura e una tradizione, frutto di osservazioni e di riflessioni che iniziano nel mondo antico con lo Pseudo Aristotele.

Nel De mirabilibus auscultationibus lo Pseudo Aristotele racconta il mito relativo alle favolose colonizzazioni dell’isola dalle vene d’argento, la Argurofleps nesos,  ricorda che questa terra fu prospera e dispensatrice di ogni prodotto, eudaimon e pamphoros: si narra che il dio Aristeo il più espero tra gli uomini nell’arte di coltivare i campi, produrre il miele, l’olio, il vino, il latte, fosse il signore di Ichnussa, occupata prima di lui solo da molti e grandi uccelli, upo megalon ornéon émprosthen kai pollòn katechoménon. Come non ricordare che un’isola circumsarda, l’isola di San Pietro, era nell’antichità conosciuta da Plinio e da Tolomeo come  Acciptrum insula – Hierakon nesos, l’isola degli sparvieri o dei falchi ?  Qui ancora nel XVIII secolo gli abitanti dell’isola usavano prendere i falconi dai nidi per allevarli e venderli sulle coste dell’Africa settentrionale.

Il tema dei molti e grandi uccelli che abitano i monti della Sardegna attraversa la letteratura sarda. Nella Carta de Logu di Eleonora di Arborea si afferma che constituimus et ordinamus,qui alcunu homini non deppiat bogare astore nen falconi dae niu e chi trovava un falco doveva consegnarlo al giudice. Questo non tanto per protezione dei falchi, ma per ribadire che questi animali appartenevano di diritto alla classe dirigente. E Giuseppe Pulina ha affermato che i rapaci rappresentano l’aristocrazia dell’aria.

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Ricordo di Laura Morelli Pinna.

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Attilio Mastino
Ricordo di Laura Morelli Pinna
Sassari, 22 febbraio 2013

Vorrei ricordare Laura Morelli partendo dalla sua pagina facebook che è illuminata dalla fotografia di una cascata di acqua cristallina che cade dall’alto delle rocce antiche, scolpite dal tempo, in un luogo remoto della Sardegna: immagino che alla base della cascata, sulle rive del laghetto, in un ambiente tanto suggestivo Laura abbia vissuto alcuni dei momenti più belli della sua vita, sia stata felice, magari assieme a Gaetano e ai due ragazzi, Francesca e Lorenzo, che oggi la piangono e che avvertono i morsi della solitudine.

L’acqua limpida di quella cascata mi ha ricordato il sorriso di Laura, il suo ottimismo, la sua voglia di costruire, la sua passione, il suo coraggio anche negli ultimi giorni. Soprattutto il suo amore per gli altri.

Ho pensato di ricordare Laura nella Chiesa di Cristo Risorto a Porto Torres, circondata da tanti amici, soprattutto pensando al dolore della nostra Gabriella Mondadini che assieme a Vittorio avevo incontrato in aeroporto ad Alghero quando partivano a trovarla a Torino, per l’ultimo viaggio. Un’amica che le era cara ha scritto su facebook che quando lei è uscita dalla chiesa  il cielo si è aperto e il sole è comparso all’improvviso, sorridente quasi come per accoglierla.

Ho avuto modo di ricordare commosso anche in Senato Accademico e in Consiglio di Amministrazione nell’Università di Sassari la studiosa, la nostra ricercatrice, la collega,  con un’emozione e una partecipazione che è stata veramente di tutti.

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Intitolazione a Giovanni Lilliu della Cittadella dei Musei.

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Intervento del Rettore Attilio Mastino
in occasione dell’intitolazione a Giovanni Lilliu della Cittadella dei Musei
Cagliari, 19 febbraio 2013

Caro Magnifico, Cari amici,

con qualche emozione porto oggi il cordialissimo saluto di tutta l’Università degli Studi di Sassari  testimoniando  adesione e consenso per questa giornata.

Con la cerimonia di oggi, che non è certamente un rito formale, l’Università di Cagliari e il suo Dipartimento di storia, beni culturali e territorio hanno inteso onorare un grande maestro, Giovanni Lilliu, un punto di riferimento per tante generazioni di studenti, di studiosi, di sardi. Con vivo senso di riconoscenza desidero ricordare  solo tre realizzazioni che si debbono all’opera di Giovanni Lilliu, il Dipartimento di Scienze Archeologiche e storico-artistiche dell’Università di Cagliari entro la Cittadella dei Musei, l’Istituto Superiore Regionale Etnografico di Nuoro, la Scuola di specializzazione di Studi Sardi.

Ci saranno certo altre iniziative e altre occasioni. Lascio da parte i tanti ricordi personali che iniziano nel 1968 con la visita al nuraghe Sa Corona di Villagreca.

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Intervento del Rettore Prof. Attilio Mastino al Meeting su “Gender and Science”, Roma 14 febbraio 2013

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Intervento del prof. Attilio Mastino, Rettore dell’Università degli studi di Sassari
Meeting su “Gender and Science”, Roma 14 febbraio 2013

Cari amici,

desidero dire solo due parole per portare il saluto dei colleghi dell’Università di Sassari a questo Meeting su Gender and Science, promosso dal Dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università La Sapienza di Roma e dal Dipartimento di scienze biomediche dell’Università di Sassari, rappresentato oggi dal direttore prof. Andrea Montella.

Debbo a Flavia Franconi e ad Andrea Lenzi il ripetersi di un invito, qui a Roma, per assistere negli ultimi anni ad una serie di iniziative di alto profilo che tendono a radicare e fondare una nuova disciplina scientifica, la Medicina di genere, che conosce un suo progressivo sviluppo, ma che deve acquisire solide gambe, principi teorici, una base epistemologica capace di definire le condizioni e i metodi attraverso i quali si può raggiungere una conoscenza scientifica nuova. Una conoscenza scientifica che parta da una sperimentazione clinica plurale, più capace di cogliere la realtà, nella sua complessità e nelle sue differenze.

La Medicina diventa arte di genere che mette al centro una prospettiva fortemente identitaria e analitica, articolandosi a cascata nell’uomo e nella donna attraverso indagini che appaiono sempre più innovative e promettenti, una ricerca preclinica e clinica che costituisce motivo di speranza per tutti, che si confronta con la società civile sul tema della salute.

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Università di Sassari. Cerimonia degli auguri di fine anno

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Intervento del prof. Attilio Mastino
Venerdì 21 dicembre 2012
Cerimonia degli auguri di fine anno

Cari amici,

in occasione dell’inaugurazione del 451° anno accademico, un mese fa, il 9 novembre, abbiamo presentato il bilancio dell’ultimo triennio, che è stato pieno di impegni e di iniziative, portate avanti dagli organi accademici, dai delegati, dal Direttore Generale, dai docenti, dal personale tecnico e amministrativo, dagli studenti. Gli obiettivi raggiunti dai nostri ricercatori e da tutti i nostri colleghi sono numerosi; e in questi ultimi giorni abbiamo ritirato premi e riconoscimenti nazionali, come quello di Italia Camp per i farmaci naturali PHA.RE.CO., alla presenza del Presidente Monti.

Sono convinto che un buon amministratore non può essere mai interamente soddisfatto dei risultati raggiunti, eppure abbiamo sentito giorno per giorno il senso di una missione condivisa, l’orgoglio di un’appartenenza, il percorso comune che ci ha visto impegnati su tanti fronti alla ricerca di sinergie e di alleanze.  Ho avuto ed ho il privilegio di guidare una nutrita pattuglia di collaboratori competenti e motivati, che hanno operato e operano con grande autonomia e senso dell’istituzione. Oggi molti di loro sono assenti per poter rappresentare l’Ateneo in altre sedi come il Prorettore Donatella Spano a Cagliari nel Comitato tecnico regionale della legge 26, rinunciando ad essere presente con noi per un impegno di fine anno dal quale giungeranno ulteriori risorse.

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Saluto Introduttivo. Roma, Istituto Nazionale di studi romani

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Attilio Mastino
SALUTO INTRODUTTIVO
Roma, Istituto Nazionale di studi romani

Lunedì 17 dicembre 2012 ore 17

La prestigiosa ospitalità dell’Istituto Nazionale di studi romani e dell’amico e mastro Paolo Sommella ci conduce oggi a Roma a presentare gli Atti del XIX Convegno internazionale de L’Africa Romana svoltosi a Sassari nel dicembre di due anni fa, pubblicati dall’Editore Carocci a cura dei nostri giovani allievi Maria Bastiana Cocco, Alberto Gavini e Antonio Ibba. Il volume è compreso nella collana del Centro di studi interdisciplinari sulle province romane diretto da Raimondo Zucca e del Dipartimento di storia scienze dell’uomo e della formazione dell’Università di Sassari e tratta il tema delle Trasformazione dei paesaggi del potere nell’Africa settentrionale fino alla fine del mondo antico.

Sono presenti tra gli altri il Direttore generale dell’INP di Tunis con Samir Aounallah e Mustapha Khanoussi.

Sono trascorsi ventinove anni da quando, il 16 dicembre 1983, nella sede della Camera di Commercio si apriva a Sassari il I Convegno de L’Africa Romana, al quale parteciparono un campione degli Studi Africanisti, quale fu Marcel Le Glay, indimenticabile maestro ed amico, e altri nostri cari colleghi, come Hedi Slim con la Signora Latifa, e poi Ammar Mahjoubi, Naidé Ferchiou, Giancarlo Susini e Angela Donati, Giovanna Sotgiu, la giovane e brillante collega Cinzia Vismara, l’allora Ispettore della Soprintendenza Archeologica di Cagliari Raimondo Zucca.

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Convegno “La cittadinanza, MDCCC Anniversario della Constitutio Antoniniana”

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Attilio Mastino (Sassari)
Constitutio antoniniana: la politica della cittadinanza di un imperatore africano
Roma 17 dicembre 2012
Convegno “La cittadinanza, MDCCC Anniversario della Constitutio Antoniniana

A milleottocento anni di distanza dalla emanazione, la Constitutio antoniniana de civitate continua ad essere un tema storico giuridico di grandissima rilevanza: anche se ci pare di conoscere quasi ogni dettaglio, in realtà il provvedimento imperiale di Antonino Magno, alias Lucio Settimio Bassiano alias Caracalla si caratterizza quasi per un’aura di mistero che noi storici e giuristi non riusciamo a disvelare, perché ancora oggi è davvero difficile tracciare un quadro complessivo degli effetti concreti della portata del provvedimento, forse ispirato dal grande Settimio Severo. Si discute se si sia trattato di una norma che metteva ordine in una situazione eterogenea di accesso alla cittadinanza, o se piuttosto rispondesse alle esigenze di rimpinguare le casse imperiali con l’imposizione della tassazione al maggior numero di cittadini possibile.

Oggi celebriamo questa ricorrenza qui in Campidoglio presso il tabularium, il più antico edificio arrivato fino a noi della Roma repubblicana e più precisamente dalla dittatura legibus scribundis di Silla, per quanto la dedica sia stata effettuata due anni dopo, hoc solum felicitati eius negatum.

Veniamo ai fatti così come ce li presentano gli autori che vissero ed ebbero contatti con la corte severiana, Cassio Dione ad esempio e successivamente gli autori di epoca tardo-antica e cristiana che offrono una lettura meno materialistica e con maggiori accenti ecumenici dell’editto de civitate.

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Inaugurazione del 451° Anno Accademico dell’Università di Sassari

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Inaugurazione del 451° Anno Accademico, Sassari, 9 novembre 2012
Relazione del Rettore prof. Attilio Mastino
Bilancio di mandato 2009-2012

Senza l’Università non c’è futuro per la Sardegna e per il Paese

Luciano di Samosata nella sua arguta opera Come si deve scrivere la storia (che non dimostra i suoi duemila anni) racconta con un po’ di riprovazione e di aristocratico distacco la celebre pazzia degli abitanti di Abdera, una città della Tracia: <Andromeda di Euripide, dapprincipio tutti in massa presero la febbre, forte e persistente; poi, intorno al settimo giorno, alcuni versarono abbondante sangue dal naso, altri si coprirono di sudore, che li liberò dalla febbre. Ridussero però le loro menti in uno stato pietoso.

Tutti infatti deliravano per la tragedia, facevano risuonare giambi e levavano alte grida. E la città era piena di questi tragedi del settimo giorno, pallidi e smagriti, che a gran voce urlavano dei versi. E questo per molto tempo, fino a quando l’inverno sopraggiunto con gran freddo li fece cessare dal loro impazzimento>>.

Il morbo abderitico fu una sorta di epidemia artistica, che colpì tutti i cittadini fino a quando non cambiò il vento. Non vi sembri offensivo se ho pensato di collegare questo morbo con l’improvvisa passione e l’entusiasmo che negli ultimi mesi ha travolto i professori universitari, i ricercatori e persino gli studenti, tutti assieme oggi come ipnotizzati e affaccendati nell’attuazione della Grande Riforma, seguendo la moda della Valutazione, della Meritocrazia, della Produttività aziendale, del Risultato, della Competizione fondata sulle molto zoppicanti ed eterogenee mediane, delle nuove rigide Regole che stabiliscono le Premialità.

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Seminario Cooperazione Civile Militare in Afghanistan.

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Seminario Cooperazione Civile Militare in Afghanistan
Esperienze dell’Università di Sassari e della Brigata Sassari

Mercoledì 6 giugno 2012. Ore 9. Aula Magna dell’Ateneo
Piazza Università 21, Sassari

Apertura dei lavori e saluti

ATTILIO MASTINO

Magnifico Rettore Università di Sassari

Desidero dire due parole con grande affetto, con grande amicizia, ai militari rientrati recentemente dall’Afghanistan e in particolare al nostro carissimo generale Luciano Portolano.

Voglio ricordare l’emozione  vera che abbiamo provato in piazza Italia qualche settimana fa in occasione della cerimonia che ha accompagnato il rientro della Brigata Sassari, dopo questo periodo operativo particolarmente difficile e gravoso in Afghanistan. E devo dire che abbiamo sentito tutti l’entusiasmo di chi rientrava dopo aver portato a termine una missione impegnativa, di chi era convinto di aver svolto fino in fondo –  come lo siamo tutti – il proprio dovere in Afghanistan per aiutare la popolazione civile a ritornare ad un periodo di tranquillità e di pace, ma soprattutto di chi sa di aver servito la propria patria con l’onore e con il rispetto soprattutto manifestato da parte dei soldati di tante altre nazionalità impegnati in quel campo.

E nelle parole, in particolare, del Presidente della regione on.le Ugo Cappellacci abbiamo sentito l’emozione forte, la simpatia, il legame che lo unisce con i militari che ha visto all’opera in Afghanistan.

Noi abbiamo voluto questo seminario, promosso dal professor Sergio Vacca, del Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio, che volevo ringraziare in apertura, per l’impegno e per l’attenzione che ha manifestato per questo tema non soltanto oggi ma anche più ancora negli anni precedenti.

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