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Numero speciale del “Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna” in memoria di Tito Orrù

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Attilio Mastino
Numero speciale del “Bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna” in memoria di Tito Orrù
Cagliari 28 marzo 2014

Cari amici,

Maria Corona Corrias ha curato questo numero speciale del “Bollettino” con un impegno e una devozione che ho ammirato davvero: è riuscita a coinvolgere tanti di noi con l’intento di onorare con affetto Tito Orrù a due anni dalla scomparsa, con un volume pieno insieme di ricordi personali e di ricerche originali, saggi e articoli, dedicati ai temi che erano cari allo studioso e all’amico.

Ho ritrovato in queste pagine tanti episodi conosciuti, tante vicende che ci hanno unito, tanti temi che ci hanno appassionato.

All’inizio, l’unico punto di contatto tra noi è stata Giovanna Sotgiu, la mia maestra di epigrafia nella Facoltà di Lettere e Filosofia dalla fine degli anni 60: di lei  Tito – a Scienze Politiche – conosceva le origini bittesi, che la rendevano speciale perché concittadina di Giorgio Asproni, così come di Giuseppe Musio, di Michelangelo Pira, di Raimondo Turtas, di Bachisio Bandinu. La Sotgiu sarebbe diventata anche concittadina di Orrù, quando Tito avrebbe ottenuto la cittadinanza onoraria di Bitti nel 2006, alla vigilia delle celebrazioni bicentenarie, un piccolo segno di una riconoscenza della città di Bitti per chi aveva pubblicato gli splendidi diari scritti tra il 1855 e il 1876.

Più tardi mi aveva seguito agli Amici del libro assieme a Nicola Valle con i due numeri della rivista “Il convegno” dedicati a Bosa che avevo curato tra il 1976 e il 1977.   Nel volume che oggi presentiamo c’è una piccola preziosissima traccia, il poema n. 4 di Jean Yves Frétigné, dedicato al Temo: Enfin / Le fleuve / L’été respire / Dilate son halaine / Verte / Invente la couleur / du vent.

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Liliana Cano di Massimo Mannu

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Liliana Cano
Sassari, 14 febbraio 2014

Questo straordinario libro di Massimo Mannu su Liliana Cano, itinerari d’arte e di vita di una viaggiatrice, pubblicato dalla Edes, ci consente di capire (all’interno di una produzione artistica sterminata) ciò che avevamo solo intravvisto, ciò che avevamo solo intuito di un’artista che amiamo, come nelle tante occasioni di mostre, inaugurazioni, incontri ufficiali ai quali Liliana è stata sempre presente, con il suo sorriso, la sua serenità, il suo silenzio, la sua visione del mondo non convenzionale.

Ero presente il giorno in cui aveva donato generosamente le 20  tavole offerte alla Biblioteca Provinciale Francescana di Ittiri, dietro le insistenze del nostro Padre Francesco Sechi, magari con la promessa di generose indulgenze per peccati veri o presunti: il trittico della crocifissione, gli evangelisti,  l’ultima cena, le scene di vita francescana partendo dall’accoglienza fatta dal vescovo Guido di Assisi al giovane che rinuncia alle ricchezze e si consegna completamente nudo alla chiesa, abbandonando il padre Pietro Bernardone dei Moriconi.

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La Biblioteca di Garibaldi a Caprera di Tiziana Maria Cristina Olivari.

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La Biblioteca di Garibaldi a Caprera  di Tiziana Maria Cristina Olivari
Sassari, 18 febbraio 2014

Ho già ricordato con emozione e gratitudine la figura di Tiziana Olivari in occasione dell’inaugurazione del 451° anno accademico, il 9 novembre 2012: l’ho fatto a pochi giorni dalla scomparsa con sofferenza vera, perché avevamo seguito la lunga malattia di Tiziana, i suoi viaggi della speranza in continente, i ricoveri in ospedale, l’attenzione con la quale Mattone (così lei chiamava Antonello), Lucia e Stefania l’avevano assistita fino all’ultimo, seguendola nel suo lungo peregrinare. Ci aveva colpito la nascita del nipotino Alessandro Sechi nel giorno della morte, la presenza di Lucia in Duomo a poche ore dal parto.

Fin dal mio arrivo a Sassari agli inizi degli anni 80 Tiziana è stata sempre presente, sullo sfondo, attraverso le notizie che si scambiavano Mattone e Brigaglia nelle nostre aule della Caserma Ciancilla sulla sua salute, sui suoi impegni, sui suoi studi, sui suoi progetti. Come su tutti noi. E poi la incontravo quasi ogni giorno mentre scrivevo i lavori duri di epigrafia, quando giovane assistente lavoravo davvero nelle sale della Biblioteca Universitaria sfogliando avanti e indietro il preziosissimo e allora per me raro Corpus Inscriptionum Latinarum, oppure accompagnavo gli studenti del Magistero ad una visita guidata condotta da Tiziana per conoscere i funzionamento di una biblioteca viva, infine quando dovevo assolutamente ritrovare qualche libro scomparso, in sala riviste, in sala sarda, nel disordine delle fonti latine e greche della sala consultazione, con i volumi continuamente spostati da noi utenti frettolosi. E poi il remoto angolino di epigrafia e filologia classica, il condaghe di San Pietro di Silki e gli altri preziosi documenti di una biblioteca sopravvissuta prodigiosamente dall’Ottocento.

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La scomparsa di Giovanni Minghetti

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La scomparsa di Giovanni Minghetti
Sassari, 3 febbraio 2014

Il 29 gennaio scorso, a Milano, nella sua città natale, è venuto a mancare Giovanni Minghetti, insigne docente e studioso, che per quasi tre decenni ha fatto parte della comunità accademica turritana quale professore ordinario di Chimica Generale e Inorganica. Figura di grande autorevolezza e autentico punto di riferimento per la Chimica a Sassari, il prof. Minghetti era unanimemente stimato per la sua grande personalità, per la misura negli atteggiamenti e le doti umane. Era parimenti noto ed apprezzato in ambito nazionale e internazionale per i suoi significativi contributi scientifici nel settore della Chimica inorganica e metallorganica.

Ho ricostruito la sua biografia con l’aiuto di Gianni Micera e di tanti colleghi. Era nato il 18 ottobre 1937. Si laureò in Chimica Industriale presso l’Università degli Studi di Milano. In quello stesso Ateneo percorse le prime tappe della sua carriera, svolgendo attività didattica e scientifica presso l’Istituto di Chimica Generale ed Inorganica. Fu prima borsista CNR, poi professore incaricato stabilizzato, nonché assistente di ruolo alla prima cattedra di Chimica Generale ed Inorganica.

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La scomparsa di Francesco Manconi Sassari, 3 febbraio 2014.

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La scomparsa di Francesco Manconi
Sassari, 3 febbraio 2014.

E’ improvvisamente scomparso lunedì sera nella sua bella casa di Viale Adua a Sassari il prof. Francesco Manconi, studioso di qualità, al quale mi legavano vincoli di riconoscenza e di affetto. Gian Paolo Brizzi, ora a Bologna, che l’ha preceduto nella cattedra, ha scritto alla direttrice del Dipartimento di storia, scienze dell’uomo e della formazione che di lui ci resteranno gli studi prodotti, tutti di qualità e innovativi per la storia moderna.

Qualche anno fa, con il volume di studi in onore curato da Giuseppe Mele, avevamo voluto esprimere l’ammirazione per la sua produzione scientifica e insieme testimoniare l’orizzonte internazionale di un personaggio capace di coinvolgere, di appassionare, di trascinare tanti di noi in una dimensione che va ben oltre l’ambito locale; con una straordinaria finestra verso il ricchissimo mondo catalano, anche per questo lungo ed intenso legame con Marina Romero e per il loro rapporto strettissimo con la città di L’Algué. Un modo per riscoprire la profonda identità catalana della Sardegna.

Se ci volgiamo indietro nel tempo, l’esperienza di Francesco Manconi come direttore dell’Amministrazione degli Archivi di Stato a Cagliari rappresenta la premessa originaria, che spiega il rigore filologico, l’attenzione per i documenti e per il dato reale: ne discende il metodo che ha ispirato tutte le sue opere, che non hanno mai risposto alle esigenze di una facile divulgazione, ma rimangono preziose nel tempo come espressione di una riflessione non convenzionale innanzi tutto sulla Sardegna barocca del Seicento.

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Ercole Contu compie 90 anni

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Ercole Contu compie 90 anni
Sassari, 18 genaio 2014

Oggi Ercole Contu, il decano degli archeologi sardi, professore emerito di Antichità Sarde, compie 90 anni: la circostanza è insieme un momento di festa ma anche l’occasione per tracciare il bilancio di una attività scientifica nel campo della preistoria e della protostoria del Mediterraneo che è stata lunga, fruttuosa, ricca di risultati. Le Soprintendenze, le Università della Sardegna, gli allievi, gli studenti troveranno il modo per rendere omaggio ad un grande maestro dell’archeologia isolana, a colui che come Soprintendente prima, come docente poi, ha rinnovato profondamente l’orizzonte degli studi, in accordo oppure talora in aperta polemica con Giovanni Lilliu.

In realtà gli specialisti di storia romana come me, continuano a collegare il nome di Ercole Contu ad alcune tra le più straordinarie scoperte effettuate negli anni Sessanta nella colonia romana di Turris Libisonis, come l’ara circolare sacra alla dea egiziana Bubastis datata al 35 d.C.: un cimelio di marmo che ci conduce prodigiosamente agli ultimi anni dell’età di Tiberio, una scoperta, che ha suscitato l’ interesse di Marcel Le Glay e che consente di seguire le linee del precocissimo confronto in Sardegna tra le tradizioni religiose preistoriche locali (documentate nel vicino altare di Monte d’Accoddi scavato da Contu a partire dal 1952 nei terreni di Antonio Segni) e le innovazioni culturali puniche, romane e orientali.

Del resto, il primo maestro di Ercole Contu fu un classicista Ranuccio Bianchi Bandinelli: con lui il giovane Contu discusse nel giugno 1948 la tesi di laurea in Lettere a Cagliari, un Saggio di Catalogo Archeologico tra Sarcidano, Barbagia di Seulo e Trexenta.

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CONFERENZA “STATE BUILDING: COME AFFRONTARLO”, SASSARI, 21 SETTEMBRE 2013

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CONFERENZA “STATE BUILDING: COME AFFRONTARLO”
SASSARI, 21 SETTEMBRE 2013

Intervento del prof. Attilio Mastino
Rettore dell’Università di Sassari

A nome dell’intera Università di Sassari vorrei ringraziare innanzitutto il generale Manlio Scopigno, il quale ha ideato quest’incontro, che vuole partire da una rilettura dell’esperienza della Sardegna tra storia, antropologia, diritto e risoluzione delle controversie, a supporto dell’intervento nei Teatri Operativi all’estero.  L’Università è ben lieta di collaborare sul piano scientifico a una riflessione dalla quale possono dipendere gli indirizzi operativi per i prossimi decisivi mesi di campagna militare  in Afganistan, alla ricerca della pace perduta.

Il caso ha voluto che oggi il Generale non potesse essere qui con noi perché si celebrano, a Nuoro, i funerali del maresciallo Roberto Selloni, impegnato per conto della NATO nella Repubblica Ceca, scomparso nei giorni scorsi a seguito di un incidente.

Mentre formulo i sentimenti di cordoglio e di partecipazione dell’intero Ateneo, vorrei dire al Col. Raffaele Forgione, Capo di Stato Maggiore della Brigata Sassari, oggi in rappresentanza dell’unità militare, che anche questa circostanza, dolorosa per tutti, ci ricorda come la Brigata sia patrimonio comune della Sardegna, e come la storia della Brigata sia intrecciata con la storia delle famiglie e di ciascuno di noi, cioè con la storia dei Sardi e dell’intera Isola.  Per quanto mi riguarda personalmente, vorrei ricordare che recentemente è stata ritrovata sull’Altopiano di Asiago la tomba di mio zio, il sottotenente Graziano Mastino (fratello di mio nonno Attilio), del 151° reggimento fanteria Brigata Sassari, eroe della Prima Guerra Mondiale, ucciso sul Monte Zebio il 7 luglio 1916. Ma è solo un esempio di come la Brigata abbia conservato un rapporto profondo con le persone, con le famiglie, con le istituzioni della Sardegna e come erediti oggi un patrimonio di sentimenti e di affetti che non si perdono.  Grazie al Luogotenente Antonio Pinna per quello che ha fatto per il Museo storico.

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Cerimonia degli auguri 2013

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Cerimonia degli auguri
Sassari, 23 dicembre 2013
Intervento del Rettore prof. Attilio Mastino

Cari amici,

la cerimonia degli auguri è l’occasione per fermarci per un momento, per ricollocarci nello spazio e nel tempo, per programmare il futuro che abbiamo di fronte.

Il mio compito è reso più semplice dal fatto che solo due mesi fa, in occasione dell’inaugurazione del 452° anno accademico, abbiamo presentato un bilancio dei risultati raggiunti, grazie all’impegno degli organi accademici, dei delegati, del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, dei nostri studenti. Tanti soggetti che ho avuto il privilegio di coordinare con passione ma anche con il senso di una comunità che cresce e affronta i suoi problemi con una maturità nuova.

Volgendoci indietro a guardare la strada percorsa, ci sembra di dover constatare che siamo riusciti a mobilitare tante forze nuove, tanti colleghi pieni di entusiasmo, di passione, di curiosità, tanti funzionari intelligenti e determinati; soprattutto tanti giovani. Lo dico con orgoglio, perché l’Ateneo è cambiato profondamente, ha recuperato ritardi storici, è diventato più aperto e più accogliente, è riuscito ad affrontare i problemi e a trovare soluzioni anche in un momento drammatico di crisi e di riduzione di risorse.

Nel prossimo anno lavoreremo fino all’ultimo giorno del mio mandato, convinti che la Sardegna merita di più, che tutti dobbiamo porci obiettivi più ambiziosi, che ci sono responsabilità specifiche degli intellettuali e del mondo universitario verso un’isola che da sempre aspetta un riscatto, merita di essere amata di più, ha necessità di una classe dirigente generosa e responsabile, che metta a frutto i talenti che ha ricevuto.

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Identità latinoamericana e identità mediterranea

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Attilio Mastino
Identità latinoamericana e identità mediterranea
Sassari, 29 novembre 2013

Ho l’onore di aprire questo XXXIII Seminario per la Cooperazione Mediterranea dedicato al tema Identità latinoamericana e identità mediterranea promosso dall’ISPROM, dal nostro Dipartimento di Giurisprudenza, da nostro Seminario di studi latinoamericani, con la presenza di ospiti, di studiosi, di tante persone che ci sono care. Vi accogliamo in quella sala che ospitava dell’Ottocento il Gabinetto archeologico dell’Università studiato nell’ottobre1877 da Theodor Mommsen, testé evocato da Vanni Lobrano: a giorni scopriremo una lapide per ricordare la visita dello studioso tedesco all’indomani della pubblicazione della Römische Staatrecht.

So che molti dei nostri ospiti meglio di me saranno in grado di offrire uno sguardo originale, non circoscritto e non limitato, dato che provengono da un ambiente internazionale, dall’Accademia delle Scienze di Russia, dall’Università Nazionale Scuola Superiore di Economia di San Pietroburgo, dall’Istituto di Alti studi in Geopolitica e scienze ausiliare, dall’Associazione di studi sociali latino americani che celebra i suoi 40 anni di attività, dal Grupo de Trabajo de Jurisprudencia del Consejo europeo de Investigaciones Sociales de América Latina.

Allora credo di essere la persona meno adatta ad affrontare – in quello che in modo esagerato nel programma viene definito Discorso di apertura – il tema della proiezione dell’identità mediterranea verso l’America Latina, eppure tenterò un esercizio per entrare in sintonia con la tradizione di quegli studi latino americani che sono stati coltivati in questa Università da molti di voi, qui a Sassari negli anni 70 oltre che da Pierangelo Catalano anche da Sandro Schipani, che ricordo sempre con affetto e viva simpatia, anche perché è stato capace di insegnarci un metodo partendo dal rispetto delle persone, di aprire orizzonti nuovi, di creare reti, di suscitare curiosità e passioni profonde. Del resto ci ha pensato Giovannino Massarelli ad erudirmi un po’ e a farmi un’idea dei problemi che oggi trattiamo, regalandomi qualche abbonamento a riviste latinoamericane.

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Intervento al Convegno Uno statuto per la Sardegna del XXI secolo.

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Attilio Mastino
Rettore dell’Università degli Studi di Sassari
Intervento al Convegno: Uno statuto per la Sardegna del XXI secolo
Sassari, 29 ottobre 2010

Apriamo questo incontro con grande piacere, ringraziando la Presidente Claudia Lombardo e tutte le autorità presenti, per l’onore che fanno a questo Ateneo, alla nostra Università di Sassari, in occasione della presentazione del volume – curato da Mariarosa Cardia – su Uno Statuto per la Sardegna del XXI secolo. Un volume che sintetizza, in occasione del Sessantesimo anniversario dello Statuto  in Sardegna, i lavori dei seminari nei quali numerosi consiglieri regionali e nostri colleghi delle due Università sarde a Cagliari si sono confrontati nel corso del 2008 intorno ai problemi del nuovo Statuto della Sardegna.

Credo che la discussione che si sta sviluppando sul tema del federalismo in Consiglio regionale, nella nostra Regione e, ancora più in generale, nel Paese, può rappresentare una opportunità ma anche una incognita. Soprattutto se il federalismo viene interpretato come competizione tra Regioni sviluppate e Regioni in ritardo di sviluppo. Tutti noi avvertiamo sullo sfondo alcune minacce e alcuni pericoli che non possono certo essere quelle, ad esempio, del secessionismo della Regione Sicilia che oggi, sui giornali, è stato annunciato dal Presidente Raffaele Lombardo.

Respingiamo invece la prevalente interpretazione egoista del modello federale da parte delle Regioni settentrionali. Questo è un tema di bruciante attualità e lo vediamo anche dallo scarto che esiste tra gli atti pubblicati in questo volume, con i contenuti delle discussioni avvenute due anni fa, e il cammino che il Paese sta compiendo in queste settimane in materia di modello federale, con questa prepotente proposta che in qualche modo potrebbe non solo scardinare gli assetti che finora abbiamo conosciuto, ma prendere una strada sbagliata, che dovrebbe essere in qualche modo corretta e riorientata.

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