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Laurea ad Honorem di Mareya Bashir.

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Laurea ad Honorem di Mareya Bashir
Sassari, 8 ottobre 2014

Autorità, Cari amici,

ho il gradito compito di portare il saluto del Presidente della Regione Sarda Francesco Pigliaru, del Comandante delle Forze di difesa interregionale Nord Generale Bruno Stano e dell’Assessore regionale all’ambiente Donatella Spano, che non possono essere presenti, ma partecipano idealmente a qusto momento.

Con questa solenne cerimonia l’Università degli Studi di Sassari e la Sardegna rafforzano ulteriormente il legame di amicizia profonda tra la nostra terra e l’Afghanistan. Un paese per il quale nutro oggi, ancora di più dopo la mia visita, il più grande rispetto per le tradizioni culturali e religiose, per la profondità della storia, per il patrimonio culturale sintetizzato nella città di Herat dalla Moschea blu e dall’antica cittadella Arg, recentemente restaurata dall’UNESCO, costruita in pisé di terra, questi straordinari mattoni di fango e paglia solidi e stratificati nel tempo. E poi i quattro altissimi minareti dell’antica Scuola coranica, la madrassa e il musalla distrutti dai Britannici, l’oratorio e il vicino Mausoleo della Regina Gawarshad, le mura dell’originaria vastissima fortificazione islamica.

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Colloque Massinissa, au cœur de la consécration du premier État numide

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Colloque Massinissa, au cœur de la consécration du premier État numide
Constantine (Algérie) 20-22 septembre 2014
Attilio Mastino- Raimondo Zucca

Massinissa et la question des emporia

Résumé

Dans Histoires XXXI, Polybe raconte comment Massinissa, fort de la position du sénat romain à l’égard de Carthage, a pu étendre son royaume à l’est, vers 193 av. J.-C., en annexant les emporia situés dans le golfe des Syrtes.

L’acquisition des emporia par Massinissa a représenté une phase décisive dans l’organisation de la basileia numide en voie de constitution sur le modèle grec, grâce à l’acquisition des villes côtières de la petite et de la grande Syrte qui formaient des lieux d’échange pour les riches arrière-pays urbains. Nous analyserons ici la formation des emporia africains depuis le témoignage d’Hérodote et Thucydide, et jusqu’à celui des sources grecques et latines d’époque républicaine qui situent l’expansion numide vers l’est sous Massinissa.

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Saluto all’XI Convegno Nazionale di Archeologia Cristiana.

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SALUTO ALL’XI CONVEGNO NAZIONALE DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
Cagliari, 23 settembre 2014

Cari amici,

benvenuto in Sardegna ai nostri ospiti, grazie a Rossana Martorelli per l’impegno. Ho il piacere di portare il saluto dell’intera università di Sassari a questo XI Congresso nazionale di archeologia cristiana, dedicato allo straordinario tema de rapporto tra isole e terraferma nel primo cristianesimo.

Di fronte a questo tema, penso immediatamente alla convocazione da parte del re vandalo Unnerico del concilio di Cartagine, al quale secondo il primo editto conservatoci da Vittore di Vita avrebbero dovuto partecipare soltanto universi coepiscopi … per universam Africam costituti; il vescovo di Cartagine Eugenio, subito dopo l’editto reale del 18 maggio 483, riuscì nell’intento di estendere l’invito anche a quei vescovi transmarini qui nobiscum sunt in una religione vel communione consortes: vescovi, transmarinarum omnium partium, non pressati dalla dominazione vandala e dunque più aperti e pieni di fiducia sulla possibilità di ribaltare la situazione e comunque in grado di far pervenire in tutto il Mediterraneo, forse attraverso il vescovo di Roma, le informazioni sulla politica anticattolica portata avanti dai Vandali ariani in Africa; dovevano esser convocati anche «qui alieni ab eorum dominatu maiorem fiduciam libertatis haberent, pariterque oppressionis nostrae calumnias universis terris et populis nuntiarent»

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Terza Scuola internazionale estiva. Sardegna, il territorio dei luoghi.

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Terza Scuola internazionale estiva.
Sardegna, il territorio dei luoghi.
“Paesaggi culturali. Progetti per una capitale europea della cultura 2019”

Cagliari , 4 settembre 2014

Grazie ad Antonello Sanna e a Bibo Cecchini per l’invito ad aprire questa terza Scuola Internazionale estiva “Sardegna, il territorio dei luoghi”, con un tema generale “Paesaggi culturali. Progetti per una capitale europea della Cultura 2019”. Un’iniziativa che vede la preziosa sinergia delle Università di Cagliari e di Sassari attraverso i Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR) e di Architettura, Design, Urbanistica di Alghero (DADU). Partecipano oggi tanti ricercatori e tanti giovani appassionati studiosi.

La Bulgaria e l’Italia sono chiamate dall’Unione europea fra cinque anni ad esprimere due città Capitali Europee della cultura.

Non ci dimentichiamo che nel 1985 fu la Ministra della cultura greca Melina Mercouri (l’eroina ellenica che  si batté (invano!) per ricongiungere al Atene i marmi Elgin del Partenone conservati nel British Museum) a spendersi  nella proposta di istituzionalizzare la “capitale europea della cultura”, titolo di cui si sono già fregiate 32 città del vecchio continente. E’ una idea fatta propria dal Consiglio dei Ministri dell’UE e con l’appoggio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea.

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Conferimento del riconoscimento di Stintinese doc a Mariotto Segni.

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Incontri stintinesi duemila14
Conferimento del riconoscimento di Stintinese doc a Mariotto Segni
Stintino, 6 settembre 2014

Non conosco bene le ragioni per le quali il sindaco Antonio Diana, l’Assessore Francesca Demontis e il nostro Salvatore Rubino mi hanno scelto a presentare Mariotto Segni in questa solenne occasione per l’attribuzione del titolo di Stintinese doc.  Considero questo incarico un grande onore, per il prestigio del personaggio e per il legame di stima e di amicizia che risale ad anni veramente lontani, prima ancora del mio arrivo a Sassari nel 1980 come assistente di Sandro Schipani e prima degli incontri politici dove lo vedevo all’opera con grande forza, con freschezza e con un forte spirito di iniziativa. In Facoltà di Giurisprudenza al fianco sempre di Antonio Serra.

Ho ritrovato in questi giorni la voluminosa cartella conservata nell’archivio dell’Università di Sassari, che ricorda la sua carriera accademica dopo la laurea a Sassari, iniziata a Padova  nel 1963 come assistente di diritto del lavoro alla scuola del civilista Luigi Carraro. Segue l’incarico di Diritto industriale ad Economia e commercio, assistente ordinario l’anno dopo; nel 1969 supera la libera docenza in diritto civile e a Padova pubblica la sua prima monografia Autonomia privata e valutazione legale tipica, con altri articoli scientifici tra i quali quello dedicato ad un fenomeno che giungeva allora in Italia, la”lettera di patronage”.

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Incontri stintinesi 2014 in ricordo di Gabriella Mondardini Morelli

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Intervento di apertura
Incontri stintinesi 2014 in ricordo di Gabriella Mondardini Morelli

A nome dell’Università di Sassari voglio ringraziare il Sindaco Antonio Diana e la carissima Esmeralda Ughi per questi incontri stintinesi 2014 in ricordo di Gabriella Mondardini Morelli promossi dal Centro studi sulla civiltà del mare e per la valorizzazione del Golfo e del Parco dell’Asinara.

Il 18 agosto ho annunciato con dolore a tutti i colleghi dell’Ateneo la scomparsa di Gabriella, che aveva raggiunto la figlia Laura scomparsa a 47 anni il 22 febbraio di un anno fa. Proprio per l’anniversario ero a Porto Torres quando Assovela, l’associazione dei suoi amici di mare, aveva promosso assieme ad altri amici, enti e associazioni, una giornata per ricordare la figlia Laura, partendo dalla pagina facebook ancora oggi illuminata dalla fotografia di una cascata di acqua cristallina che cade dall’alto delle rocce antiche, scolpite dal tempo, in un luogo remoto della Sardegna: avevo immaginato che alla base della cascata, sulle rive del laghetto, in un ambiente tanto suggestivo Laura avesse vissuto alcuni dei momenti più belli della sua vita, fosse stata felice, magari assieme a Gaetano e ai due ragazzi, Francesca e Lorenzo, che la piangono sempre e che avvertono i morsi della solitudine.

L’acqua limpida di quella cascata mi aveva ricordato il sorriso di Laura, il suo ottimismo, la sua voglia di costruire, la sua passione, il suo coraggio anche negli ultimi giorni. Soprattutto il suo amore per gli altri.

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Presentazione della mostra di Antonio Ledda “Fuori dalla rotta dei Gabbiani”

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Presentazione della mostra di Antonio Ledda “Fuori dalla rotta dei Gabbiani”
Bosa, 9 agosto 2014

Cari amici,

mi sentivo in dovere di presentare assieme a Paolo Sirena questa Mostra di Antonio Ledda  “Fuori dalla rotta dei gabbiani”, che si tiene a Bosa, dentro la casa dove sono nato: un po’ per l’amicizia, un po’ – lo confesso – per il dono inatteso che ho ricevuto, una figuredda, un cavalluccio di legno smaltato in verde; soprattutto per le emozioni che queste opere  suscitano nel visitatore abituato ad un’arte sarda spesso ripetitiva, troppo rispettosa di canoni consolidati, poco originale. Infine anche perché mi sentivo in colpa per aver bruciato la presentazione di due mesi fa al Museo del territorio di Sa Corona Arrubia a Collinas in Marmilla, visto che per un equivoco ero andato a finire a Samugheo e me ne ero rientrato con le pive nel sacco a Sassari.

Il tema del rapporto tra i modelli e l’artista è il tema centrale di questa mostra, dove non mancano i richiami al fondatore del movimento spazialista Lucio Fontana, pittore, ceramista,  scultore, scomparso oltre 40 anni fa. Ma sono evidenti i debiti contratti verso tanti altri artisti, sardi, italiani, internazionali, che restano sempre sullo sfondo, perché Antonio Ledda esprime con strumenti non convenzionali un mondo unico e originale che riemerge dall’interno della sua esperienza, che si è sviluppata attraverso gli studi fatti, i viaggi compiuti, i monumenti visitati, la società che ha conosciuto, le sue sperimentazioni poco convenzionali e molto eterodosse. Anche quando raffigura frettolosamente in acrilico, magari sulle lampade in ceramica, le figure umane (che pure spesso sono assenti dalle sue opere), c’è forse oltre che il riemergere di un ricordo personale profondo, inconsapevolmente anche la pressione della memoria dell’arte classica rivissuta in modo vitale partendo dalla processione di personaggi raffigurati sull’ara pacis augustea a Roma oppure dalla teoria di imperatori e santi sui mosaici bizantini di San Vitale o Sant’Apollinare nuovo Ravenna.

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Gli ottanta anni del maestro Elio Pulli

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Gli ottanta anni del maestro Elio Pulli
Comune di Sassari, 8 agosto 2014

Cari amici,

volevo esprimere in apertura la gratitudine al Signor Sindaco per avermi scelto ad intervenire in questa occasione solenne.

Parlare degli ottanta anni di Elio Pulli qui a Palazzo Ducale significa partire dalle straordinarie ceramiche collocate nell’anticamera del Sindaco, donate dal Banco di Sardegna a Gianfranco Ganau qualche anno fa, con questa rappresentazione dei candelieri davvero originale, con il basso e massiccio obriere maggiore con le bandiere che sintetizzano il senso di una festa che nei prossimi giorni la città di Sassari rinnoverà ripensando a una storia lunga, che risale all’indietro fino al Cinquecento spagnolo e che accomuna i Gremi sintesi dell’intera città nella pittoresca Faradda, quale espressione dei ceti produttivi e artigianali, i piccapedre, i viandanti, i contadini, i falegnami, gli ortolani, i calzolai, i muratori, i sarti, i massai, o fabbri, i macellai, i contadini e così via. Una storia lunga che si ripete, coinvolgendo da oltre quattro secoli il Comune, la città, la Chiesa, l’Università. Giovedì ho visto i piccoli candelieri tanto orgogliosi di ereditare una tradizione e di concorrere ad una festa che esprime gioia e simpatia.

Per usare le parole di Pompeo Calvia

Chi canzoni e chi alligria

Vi so sott’a la bandera !

Pari giunta primabera

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Presentazione del volume “L’ultimo pugno di terra” sul film documentario di Fiorenzo Serra

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Attilio Mastino
Presentazione del volume “L’ultimo pugno di terra” sul film documentario di Fiorenzo Serra
Sassari, 18 luglio 2014

Cari amici,

presentare oggi questo volume edito da Maestrale, nella giornata dei funerali della nostra cara Rina Pigliaru, significa per un momento ripensare al ruolo avuto da Antonio Pigliaru nella travagliata preparazione di questo lungometraggio di Fiorenzo Serra restaurato per iniziativa dell’Assessorato Regionale alla PI, della Fondazione Banco di Sardegna, della Cineteca sarda e della Società Umanitaria. Con la consulenza del Laboratorio di Antropologia Visuale del Dipartimento di storia scienze dell’uomo e della formazione del nostro Ateneo, che nel nome ricorda la figura di Fiorenzo Serra, dopo la convenzione del gennaio scorso con la Fondazione umanitaria voluta dall’Assessore Sergio Milia e sostenuta ora da Claudia Firino.

Il filosofo del diritto Antonio Pigliaru ispiratore di un’intera generazione di giovani intellettuali isolani, nel 1949 fondatore di Ichnusa, portava con se il sapore fresco di una sardità profonda, radicata sulle sue origini orunesi e sulla sua Barbagia.  Temi che nel lungometraggio di Fiorenzo Serra esplodono nelle bellissime scene della transumanza delle greggi di pecore da Fonni verso la Nurra, nella rappresentazione della vita dei pastori fatta di solitudine e di sofferenza, ma anche di scoperte quotidiane come l’emozionante nascita di un agnello che perde la placenta, accolto dal gregge quando ancora non riesce a reggersi sulle zampe, collocato con altri agnelli nella tasca di una bisaccia – sa bertula –  sotto la pioggia.

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Inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Universitaria.

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Attilio Mastino
L’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Universitaria
Sassari, 8 luglio 2014

Voglio esprimere la più grande soddisfazione della comunità accademica perché la ‘nostra’ Biblioteca universitaria trova una splendida collocazione in questo edificio, l’antico Ospedale SS. Annunziata,  uno dei luoghi dell’identità della città di Sassari, uno spazio rinnovato, ricco di suggestioni significative, adeguato ad accogliere una preziosa collezione di opere che documentano mille e mille curiosità, interessi, ricerche sviluppatesi nel tempo: voglio citare almeno quel  Condaghe di San Pietro di Silki che costituisce il documento iniziale della lingua volgare sarda e insieme testimonia la ricchezza delle eredità culturali classiche nel Regno del Logudoro giudicale.

Si incontrano nella giornata di oggi due storie, la storia dell’Università e la storia della biblioteca universitaria raccontata da Tiziana Olivari e Marisa Porcu Gaias, iniziate insieme oltre quattro secoli e mezzo fa col lascito che il nobile Alessio Fontana, funzionario della cancelleria di Carlo V,  riservò per il Collegio Gesuitico nel 1558. In realtà un’unica storia di collaborazione o addirittura di simbiosi, che oggi si rinnova.  Questo trasferimento a Piazza Fiume segna una tappa importante ma non interrompe un rapporto e una storia lunga di cui siamo orgogliosi.

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