Attilio Mastino

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Scritto da Administrator | 04 Luglio 2014

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Attilio Mastino, Rettore dell’Università di Sassari
Incontro con la Commissione Parlamentare per la nascita dell’Ospedale Bambin Gesù – Qatar Foundation
Olbia, 4 luglio 2014

Caro Presidente Pier Paolo Vargiu, cari deputati, ho molto apprezzato il fatto che l’incontro con la Commissione parlamentare per la nascita del nuovo Ospedale sia stato promosso all’interno di questo straordinario Museo archeologico, che testimonia la qualità ambientale del futuro di Olbia, lo spessore storico, il collegamento tra medicina, salute e cultura, nel segno di Eracle e delle ninfe. Sono presenti per conto dell’Università di Sassari la Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia prof.ssa Ida Mura, il Prorettore delegato alla sanità prof.ssa Maristella Mura, il direttore del Dipartimento di scienze biomediche prof. Andrea Montella, il consigliere d’amministrazione prof. Francesco Meloni, la prof.ssa Maura Pugliatti, membro del tavolo tecnico per la ricerca.

L’Università di Sassari ha seguito con attenzione e viva simpatia l’azione del Presidente Pigliaru sull’accordo con la Qatar Foundation  (investitore) e l’Ospedale Bambin Gesù (partner scientifico) nell’ex San Raffaele di Olbia, che sarà accreditato nella rete ospedaliera regionale come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).

Ultimo aggiornamento Lunedì 07 Luglio 2014 16:07 Leggi tutto...
 

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Scritto da Administrator | 11 Giugno 2014

Intervento davanti alla Prima Commissione del nuovo Consiglio Regionale
(con il contributo del Prorettore prof. Omar Chessa)
Cagliari, 10 giugno 2014


1. La guida, il faro del progetto riformatore delle istituzioni sarde dovrà essere l’art. 5 della Costituzione repubblicana. Questa disposizione - pur con la premessa che la repubblica è una e indivisibile - «riconosce e promuove le autonomie locali (…) e adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento».

Anche se nella prima parte si riferisce espressamente solo alle «autonomie locali», per la dottrina non ci sono dubbi che l’intento dei costituenti fosse quello di sancire un generale «principio autonomistico», quale chiave di volta della costruzione repubblicana. Da un lato, infatti, si afferma il carattere unitario della Repubblica – nonostante la sua formulazione articolata – dall’altra, come una sorta di contrappeso, si afferma che l’unità repubblicana deve conseguirsi e preservarsi nel rispetto e sviluppo del principio autonomistico, in tutte le sue declinazioni: cioè come autonomia politica-amministrativa degli enti territoriali (Regioni ed enti locali sub-regionali), come autonomia funzionale (evocata dall’art. 33, ult. comma, della Costituzione, a mente del quale «le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato»), come autonomia personale (cui si richiama l’ampia previsione delle liberta fondamentali e dei diritti sociali).

Non per caso il «principio autonomistico» rientra tra i «principi supremi dell’ordinamento repubblicano», ossia è un elemento identitario essenziale della nostra forma di stato democratica ed è, per questa ragione, sottratto alla stessa possibilità della revisione costituzionale.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Giugno 2014 13:05 Leggi tutto...

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Scritto da Administrator | 11 Giugno 2014

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Claudio Martelli, Ricordati di vivere.
Sassari, 29 maggio 2014

Il titolo di questo libro Ricordati di vivere si collega in maniera singolare all’esigenza che l’autore manifesta pressantemente negli ultimi anni di ricordare le proprie radici, di recuperare  la formazione filosofica tanto amata ma che rischia di finire per essere quasi una gabbia di tipo intellettualistico che poteva rischiare di mettere in secondo piano  emozioni e impegni personali tale dai rallentare il flusso della vita activa intesa come impegno politico forte deciso e pratico soprattutto quando Martelli raggiunge l’apice della carriera politica, esercitando dopo Claudio Vassalli il ruolo di Guardasigilli; Primum vivere, deinde philosophari recita la massima, attribuita ad Hobbes, ma di sicura derivazione classica (già presente all’interno della Politica di Aristotele nella contrapposizione tra vita attiva e otium speculativo). O non sarà alla rvescia, un rimpianto per aver trascurato la vita vera per inseguire la politica ?

Giunto ora all’otium dopo la guerra combattuta, Martelli sente il dovere di testimoniare,m di spiegare, di ricollegare tanti fili sparsi, di dare una sua versione che sveli retroscena e ragioni profonde.

Certo è che questa autobiografia di Martelli nella sua prima parte può essere considerata un romanzo di formazione, la formazione di un giovane, laureatosi in filosofia all’Università di Milano e forse destinato alla carriera universitaria che parallelamente segue un percorso politico prima con i repubblicani mazziniani, poi con l’adesione nel 1966 all’Unità socialista e le particolarità del suo ‘68; seguono la brillante ascesa nella direzione nazionale del partito socialista di Craxi (1976), l’elezione a deputato nel 1979 (collegio di Mantova e Cremona) e la vicesegreteria insieme a Valdo Spini in occasione del Congresso PSI a Palermo del 1981. E’ l’epoca delle definizioni che tutto sommato segnano una carriera politica e rimangono a volte spiacevolmente connotative: l’enfant prodige (mi chiedo quante volte stasera verrà usata questa espressione un poco sbrigativa e non più di moda, almeno per Renzi), il giovane rampante, in un quadro storico, quello del passaggio dagli anni ottanta ai novanta del secolo scorso estremamente complesso. La difficile trattativa sull’abolizione di quattro punti della scala mobile (1984), la figura di Craxi vincente e anche un po’ supponente a livello politico, l’Italia dell’imprenditoria e in parallelo l’ambiente icastico della “Milano da bere” costituiscono un milieu dal quale Martelli sembra essere abbastanza equidistante, con la definizione di enfant prodige cucita addosso, egli prosegue la sua ascesa politica: Vicesegretario unico del PSI (1984), Europarlamentare, nuovamente Deputato ( 1987), Vicepresidente del Consiglio (1989 Governo Andreotti).

Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Giugno 2014 12:58 Leggi tutto...

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Scritto da Administrator | 11 Giugno 2014

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La classicità nell’opera di Antonino Mura Ena, tra oralità e scrittura.
Bono, 24 maggio 2014

Tornare a Bono significa per me intanto ricordare, sentire i profumi del Goceano nella discesa da Foresta, pensare alle colazioni di oltre cinquanta anni fa, quando visitavo con mio fratello Luigi la casa di mio zio, Martino Scampuddu, cancelliere nella pretura di Bono. Soprattutto i sapori, quel latte denso e saporito  e quel pane speciale, con due bellissimi cani sullo sfondo.

Viaggiando con Nicola Tanda e conversando, nei giorni scorsi, con il carissimo Dino Manca, abbiamo riflettuto su un aspetto della produzione di Antonino Mura Ena, che è stato ampiamente toccato dal figlio Gaspare Mura nell’intervento odierno: il peso della cultura classica nella sua formazione intellettuale e umana, iniziata a Lula nella casa del parroco presbiteru Giovanni Antonio Mura (autore de La tanca fiorita e suo maestro di latino), continuata prima al Ginnasio a Nuoro e poi al Liceo a Cagliari, conclusa con l’insegnamento universitario a Roma. Proprio a Cagliari nel lontanissimo 1926 Mura Ena tenne la sua prima conferenza su Le confessioni di Sant’Agostino, ma sullo sfondo ci sono i lirici greci, Saffo, Giuliano l’Apostata.

Un convegno internazionale, dunque, per ricordare la personalità e l’opera di Mura Ena - l’intellettuale e il poeta, il docente universitario e il pedagogista, l’editore del De Magistro di Agostino e il traduttore in lingua sarda dell’Apologia di Socrate, cresciuto negli studi filosofici e nutrito di cultura umanistica - non poteva non tenersi qui in sa Costera, nel Goceano, a Bono, nel suo paese natìo. Parafrasando il titolo di una sua importante silloge, possiamo dunque dire che questa è, per tutti noi, una sorta di Recuida, un ritorno, un viaggio conoscitivo di riappropriazione condivisa della sua comunità d’origine.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 11 Giugno 2014 12:55 Leggi tutto...

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Scritto da Administrator | 29 Maggio 2014

Laurea Magistrale ad Honorem in
Sistemi Forestali e Ambientali a Domenico Francesco Ruiu
Sassari, aula magna, 28 maggio 2014

Intervento del Rettore Attilio Mastino

Autorità, cari amici,

siamo qui per conferire al naturalista Domenico Francesco Ruiu la laurea magistrale ad honorem in Sistemi forestali e ambientali, rispondendo ad un’idea del prof. Pietro Luciano, già preside della Facoltà di Agraria e presidente del corso di laurea nuorese, e del prof. Giuseppe Pulina, direttore del Dipartimento di Agraria. Un’idea che abbiamo condiviso e apprezzato assieme ai colleghi del Dipartimento di Medicina Veterinaria e sulla quale abbiamo avuto il consenso del Senato Accademico in data 20 settembre 2013 e del Ministero in data 30 aprile 2014.

Si incontrano nella giornata di oggi tante storie, che coinvolgono i nostri studenti nuoresi, il Consorzio per lo sviluppo degli studi universitari, il Comune di Nuoro, la Provincia, la Regione Sardegna. Ma oggi sarà l’occasione per fare anche un bilancio di un impegno avviato dall’Università venti anni fa per lo sviluppo delle zone interne, per la valorizzazione dell’ambiente naturale, per una politica di solidarietà e di inclusione.

Questo di oggi è un riconoscimento inusuale, per un fotografo di altissima qualità, per un appassionato ambientalista, per un pubblicista molto noto, per un esperto studioso della flora e della fauna della Sardegna. È un modo per dire che l’Università di Sassari si apre al territorio, apprezza l’impegno di una vita, riconosce un’eccellenza, una passione, una visione del mondo che non sia convenzionale.  Questo è un momento meraviglioso per la Sardegna, che ci consente di premiare un lavoro svolto con curiosità e interessi veri.

Ultimo aggiornamento Giovedì 29 Maggio 2014 21:12 Leggi tutto...

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Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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