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Scritto da Administrator | 22 Gennaio 2014

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Ercole Contu compie 90 anni
Sassari, 18 genaio 2014

Oggi Ercole Contu, il decano degli archeologi sardi, professore emerito di Antichità Sarde, compie 90 anni: la circostanza è insieme un momento di festa ma anche l’occasione per tracciare il bilancio di una attività scientifica nel campo della preistoria e della protostoria del Mediterraneo che è stata lunga, fruttuosa, ricca di risultati. Le Soprintendenze, le Università della Sardegna, gli allievi, gli studenti troveranno il modo per rendere omaggio ad un grande maestro dell’archeologia isolana, a colui che come Soprintendente prima, come docente poi, ha rinnovato profondamente l’orizzonte degli studi, in accordo oppure talora in aperta polemica con Giovanni Lilliu.

In realtà gli specialisti di storia romana come me, continuano a collegare il nome di Ercole Contu ad alcune tra le più straordinarie scoperte effettuate negli anni Sessanta nella colonia romana di Turris Libisonis, come l’ara circolare sacra alla dea egiziana Bubastis datata al 35 d.C.: un cimelio di marmo che ci conduce prodigiosamente agli ultimi anni dell’età di Tiberio, una scoperta, che ha suscitato l’ interesse di Marcel Le Glay e che consente di seguire le linee del precocissimo confronto in Sardegna tra le tradizioni religiose preistoriche locali (documentate nel vicino altare di Monte d’Accoddi scavato da Contu a partire dal 1952 nei terreni di Antonio Segni) e le innovazioni culturali puniche, romane e orientali.

Del resto, il primo maestro di Ercole Contu fu un classicista Ranuccio Bianchi Bandinelli: con lui il giovane Contu discusse nel giugno 1948 la tesi di laurea in Lettere a Cagliari, un Saggio di Catalogo Archeologico tra Sarcidano, Barbagia di Seulo e Trexenta.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 22 Gennaio 2014 19:32

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Scritto da Administrator | 28 Dicembre 2013

CONFERENZA “STATE BUILDING: COME AFFRONTARLO”
SASSARI, 21 SETTEMBRE 2013

Intervento del prof. Attilio Mastino
Rettore dell'Università di Sassari

A nome dell'intera Università di Sassari vorrei ringraziare innanzitutto il generale Manlio Scopigno, il quale ha ideato quest’incontro, che vuole partire da una rilettura dell’esperienza della Sardegna tra storia, antropologia, diritto e risoluzione delle controversie, a supporto dell’intervento nei Teatri Operativi all’estero.  L'Università è ben lieta di collaborare sul piano scientifico a una riflessione dalla quale possono dipendere gli indirizzi operativi per i prossimi decisivi mesi di campagna militare  in Afganistan, alla ricerca della pace perduta.

Il caso ha voluto che oggi il Generale non potesse essere qui con noi perché si celebrano, a Nuoro, i funerali del maresciallo Roberto Selloni, impegnato per conto della NATO nella Repubblica Ceca, scomparso nei giorni scorsi a seguito di un incidente.

Mentre formulo i sentimenti di cordoglio e di partecipazione dell'intero Ateneo, vorrei dire al Col. Raffaele Forgione, Capo di Stato Maggiore della Brigata Sassari, oggi in rappresentanza dell’unità militare, che anche questa circostanza, dolorosa per tutti, ci ricorda come la Brigata sia patrimonio comune della Sardegna, e come la storia della Brigata sia intrecciata con la storia delle famiglie e di ciascuno di noi, cioè con la storia dei Sardi e dell'intera Isola.  Per quanto mi riguarda personalmente, vorrei ricordare che recentemente è stata ritrovata sull'Altopiano di Asiago la tomba di mio zio, il sottotenente Graziano Mastino (fratello di mio nonno Attilio), del 151° reggimento fanteria Brigata Sassari, eroe della Prima Guerra Mondiale, ucciso sul Monte Zebio il 7 luglio 1916. Ma è solo un esempio di come la Brigata abbia conservato un rapporto profondo con le persone, con le famiglie, con le istituzioni della Sardegna e come erediti oggi un patrimonio di sentimenti e di affetti che non si perdono.  Grazie al Luogotenente Antonio Pinna per quello che ha fatto per il Museo storico.

Ultimo aggiornamento Sabato 28 Dicembre 2013 15:28

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Scritto da Administrator | 23 Dicembre 2013

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Cerimonia degli auguri
Sassari, 23 dicembre 2013
Intervento del Rettore prof. Attilio Mastino

Cari amici,

la cerimonia degli auguri è l'occasione per fermarci per un momento, per ricollocarci nello spazio e nel tempo, per programmare il futuro che abbiamo di fronte.

Il mio compito è reso più semplice dal fatto che solo due mesi fa, in occasione dell'inaugurazione del 452° anno accademico, abbiamo presentato un bilancio dei risultati raggiunti, grazie all'impegno degli organi accademici, dei delegati, del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, dei nostri studenti. Tanti soggetti che ho avuto il privilegio di coordinare con passione ma anche con il senso di una comunità che cresce e affronta i suoi problemi con una maturità nuova.

Volgendoci indietro a guardare la strada percorsa, ci sembra di dover constatare che siamo riusciti a mobilitare tante forze nuove, tanti colleghi pieni di entusiasmo, di passione, di curiosità, tanti funzionari intelligenti e determinati; soprattutto tanti giovani. Lo dico con orgoglio, perché l’Ateneo è cambiato profondamente, ha recuperato ritardi storici, è diventato più aperto e più accogliente, è riuscito ad affrontare i problemi e a trovare soluzioni anche in un momento drammatico di crisi e di riduzione di risorse.

Nel prossimo anno lavoreremo fino all’ultimo giorno del mio mandato, convinti che la Sardegna merita di più, che tutti dobbiamo porci obiettivi più ambiziosi, che ci sono responsabilità specifiche degli intellettuali e del mondo universitario verso un’isola che da sempre aspetta un riscatto, merita di essere amata di più, ha necessità di una classe dirigente generosa e responsabile, che metta a frutto i talenti che ha ricevuto.

Ultimo aggiornamento Lunedì 23 Dicembre 2013 11:20

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Scritto da Administrator | 04 Dicembre 2013

Attilio Mastino
Identità latinoamericana e identità mediterranea
Sassari, 29 novembre 2013

Ho l’onore di aprire questo XXXIII Seminario per la Cooperazione Mediterranea dedicato al tema Identità latinoamericana e identità mediterranea promosso dall’ISPROM, dal nostro Dipartimento di Giurisprudenza, da nostro Seminario di studi latinoamericani, con la presenza di ospiti, di studiosi, di tante persone che ci sono care. Vi accogliamo in quella sala che ospitava dell’Ottocento il Gabinetto archeologico dell’Università studiato nell’ottobre1877 da Theodor Mommsen, testé evocato da Vanni Lobrano: a giorni scopriremo una lapide per ricordare la visita dello studioso tedesco all’indomani della pubblicazione della Römische Staatrecht.

So che molti dei nostri ospiti meglio di me saranno in grado di offrire uno sguardo originale, non circoscritto e non limitato, dato che provengono da un ambiente internazionale, dall’Accademia delle Scienze di Russia, dall’Università Nazionale Scuola Superiore di Economia di San Pietroburgo, dall’Istituto di Alti studi in Geopolitica e scienze ausiliare, dall’Associazione di studi sociali latino americani che celebra i suoi 40 anni di attività, dal Grupo de Trabajo de Jurisprudencia del Consejo europeo de Investigaciones Sociales de América Latina.

Allora credo di essere la persona meno adatta ad affrontare – in quello che in modo esagerato nel programma viene definito Discorso di apertura - il tema della proiezione dell’identità mediterranea verso l’America Latina, eppure tenterò un esercizio per entrare in sintonia con la tradizione di quegli studi latino americani che sono stati coltivati in questa Università da molti di voi, qui a Sassari negli anni 70 oltre che da Pierangelo Catalano anche da Sandro Schipani, che ricordo sempre con affetto e viva simpatia, anche perché è stato capace di insegnarci un metodo partendo dal rispetto delle persone, di aprire orizzonti nuovi, di creare reti, di suscitare curiosità e passioni profonde. Del resto ci ha pensato Giovannino Massarelli ad erudirmi un po’ e a farmi un’idea dei problemi che oggi trattiamo, regalandomi qualche abbonamento a riviste latinoamericane.

Ultimo aggiornamento Mercoledì 04 Dicembre 2013 09:06

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Scritto da Administrator | 24 Novembre 2013

Attilio Mastino
Rettore dell’Università degli Studi di Sassari
Intervento al Convegno: Uno statuto per la Sardegna del XXI secolo
Sassari, 29 ottobre 2010

Apriamo questo incontro con grande piacere, ringraziando la Presidente Claudia Lombardo e tutte le autorità presenti, per l’onore che fanno a questo Ateneo, alla nostra Università di Sassari, in occasione della presentazione del volume – curato da Mariarosa Cardia – su Uno Statuto per la Sardegna del XXI secolo. Un volume che sintetizza, in occasione del Sessantesimo anniversario dello Statuto  in Sardegna, i lavori dei seminari nei quali numerosi consiglieri regionali e nostri colleghi delle due Università sarde a Cagliari si sono confrontati nel corso del 2008 intorno ai problemi del nuovo Statuto della Sardegna.

Credo che la discussione che si sta sviluppando sul tema del federalismo in Consiglio regionale, nella nostra Regione e, ancora più in generale, nel Paese, può rappresentare una opportunità ma anche una incognita. Soprattutto se il federalismo viene interpretato come competizione tra Regioni sviluppate e Regioni in ritardo di sviluppo. Tutti noi avvertiamo sullo sfondo alcune minacce e alcuni pericoli che non possono certo essere quelle, ad esempio, del secessionismo della Regione Sicilia che oggi, sui giornali, è stato annunciato dal Presidente Raffaele Lombardo.

Respingiamo invece la prevalente interpretazione egoista del modello federale da parte delle Regioni settentrionali. Questo è un tema di bruciante attualità e lo vediamo anche dallo scarto che esiste tra gli atti pubblicati in questo volume, con i contenuti delle discussioni avvenute due anni fa, e il cammino che il Paese sta compiendo in queste settimane in materia di modello federale, con questa prepotente proposta che in qualche modo potrebbe non solo scardinare gli assetti che finora abbiamo conosciuto, ma prendere una strada sbagliata, che dovrebbe essere in qualche modo corretta e riorientata.

Ultimo aggiornamento Domenica 24 Novembre 2013 11:19

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Scritto da Administrator | 18 Novembre 2013

Intervento di Attilio Mastino
Rettore dell’Università di Sassari
Incontro mondiale delle religioni
Galtellì, 17 novembre 2013.

Autorità, cari ospiti,

sono grato ad Angelino Roych presidente del Comitato Los Milagros di Galtellì, amico da antica data, per questo invito che a distanza di un anno  mi riporta in questa chiesa del SS. Crocifisso, per questo straordinario incontro mondiale delle religioni in un prospettiva di dialogo e di comuni istanze a favore dell’umanità, nel quadro della Conferenza mondiale permanente delle religioni per l’umanità e la pace. Porto il saluto anche del collega Rettore dell’Università di Cagliari prof. Giovanni Melis, che appezza la ventennale attività della Commissione paritetica interparlamentare per i rapporti tra Cultura e politica, indirizzata all’incontro tra i grandi valori esistenziali e culturali della realtà della persona umana. Grazie al suo presidente Demetrio Marco De Luca.

Qualche settimana fa ho parlato a Cagliari alla presenza di Papa Bergoglio e ho ricordato brevemente la storia della nostra Università, partendo da quel 10 luglio 1612, quattrocento anni fa,  quando  un Generale della Compagnia di Gesù Claudio Acquaviva autorizzò il rettore del collegio turritano fondato cinquanta anni prima  (poi riconosciuto come università di diritto pontificio) a conferire i gradi accademici di <<bachiller, licenciado y doctor>>.  Negli stessi anni nasceva anche l’Università di Cagliari.

Ma il 1612 è esattamente l’anno del miracolo del crocifisso dell’antica diocesi di Galtellì avvenuto più precisamente solo qualche settimana prima, in quel 29 aprile 1612, quando il  simulacro di Gesù davanti a centinaia di persone trasudò sangue, il volto e il corpo ligneo assunsero sembianze umane, ricordandoci che il messaggio evangelico è soprattutto indirizzato all’uomo.

Ultimo aggiornamento Venerdì 29 Novembre 2013 18:07

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Scritto da Administrator | 09 Novembre 2013

Lettera del prof. Attilio Mastino all’Assessore Regionale alla Pubblica Istruzione sul volume di  Giuseppe Corongiu
Sassari, 27 ottobre 2013

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Caro Assessore,

negli ultimi giorni ho potuto leggere questo volume, che si presenta come un Manuale per chi non ne sa nulla, non conosce la linguistica e vuole sapere di più o cambiare idea, con l'intento sincero di capire le ragioni profonde di una polemica alimentata da Giuseppe Corongiu, direttore del Servizio Lingua Sarda della Regione Autonoma della Sardegna. Debbo dire che il libro non mantiene nessuna delle sue promesse e certamente non rivela le competenze linguistiche di chi l'ha scritto, anzi in diversi punti contiene refusi e veri e propri errori. A prescindere dai contenuti scientifici del tutto inesistenti, l'autore si ritiene costituito ufficialmente come guardiano del tempio dell'ortodossia linguistica e si dedica a dare colpi a tutti coloro che scantonano anche di pochi centimetri dal suo illuminato pensiero. Il resto è costruito tutto sulla bipartizione amici/nemici, attribuendo a questi ultimi riprovevoli e fantasiose posizioni reazionarie e di retroguardia in tema di lingua. Sorprende l'abilità di chi è convinto di rappresentare la sintesi di pensieri diversi, quello dell'Assessore Milia e del Presidente Cappellacci, come già dell'Assessore Mongiu e del Presidente Soru; prima ancora degli Assessori Pasquale Onida e Beniamino Scarpa, sempre e comunque dalla parte del potere. Trovo inspiegabili queste oscillazioni così come appare sorprendente il cambiamento di campo a proposito della Limba Sarda Comuna, dal momento che ho conosciuto Corongiu come sostenitore accanito della Limba de Mesania e in precedenza di altre soluzioni linguistiche.

Ultimo aggiornamento Lunedì 11 Novembre 2013 11:10

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Multa venientis aevi populus ignota nobis sciet
multa saeculis tunc futuris,
cum memoria nostra exoleverit, reservantur:
pusilla res mundus est,
nisi in illo quod quaerat omnis mundus habeat.


Seneca, Questioni naturali , VII, 30, 5

Molte cose che noi ignoriamo saranno conosciute dalla generazione futura;
molte cose sono riservate a generazioni ancora più lontane nel tempo,
quando di noi anche il ricordo sarà svanito:
il mondo sarebbe una ben piccola cosa,
se l'umanità non vi trovasse materia per fare ricerche.

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