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21. Pianificazione, organizzazione e controllo di gestione.

Si deve pervenire rapidamente all’elaborazione di un piano strategico di Ateneo allo scopo di offrire una visione generale sullo stato dell’Università di Sassari e di definire le azioni di cambiamento per il prossimo triennio, indirizzate a definire specificità e differenze, a migliorare la capacità di autofinanziamento e l’efficienza, a garantire la qualità della didattica e della ricerca, ad aumentare il numero degli studenti stranieri ed i laureati in Sardegna, a sostenere gli studenti meritevoli che versino in condizioni economiche disagiate, a sviluppare la missione a favore del tessuto economico e sociale.

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20. Il personale tecnico amministrativo.

Ritengo che il personale tecnico e amministrativo costituisca parte importante dell’Ateneo e sarei felice se partecipasse anche al dibattito elettorale con proposte, osservazioni, indicazioni operative, che certamente saranno utilissime per impostare un lavoro che dovrebbe essere espressione condivisa di una comunità da costruire, verso una stagione di relazioni sindacali non conflittuali ma positive anche a livello di RSU: penso alla nascita di un sistema di relazioni sindacali stabile, improntato alla correttezza e trasparenza dei comportamenti delle parti, orientato alla prevenzione dei conflitti, in grado di favorire un’efficace collaborazione al fine del raggiungimento di obiettivi condivisi.

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19. L’amministrazione e la dirigenza.

Occorre pensare una completa revisione della struttura organizzativa, superando l’eccessiva parcellizzazione delle articolazioni interne, secondo un modello organizzativo e funzionale più agile, a Dipartimenti, ormai ampiamente condiviso da numerose istituzioni accademiche sulla base delle funzioni, dei servizi e degli strumenti (Affari generali e negoziali, Finanze bilancio programmazione e controllo, Ricerca, Formazione, Personale e gestione delle risorse umane, Infrastrutturazione e gestione del patrimonio edilizio).

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18. Strategie di sviluppo e gestione delle risorse umane, reclutamento.

Il numero di docenti in servizio è attualmente soddisfacente, tanto che il nostro Ateneo si è collocato al primo posto in Italia per il parametro del c.d. affollamento: il dato va considerato in rapporto alle positive operazioni di chiamate di idonei e con incentivo effettuate negli anni e insieme deve essere messo in rapporto con il consistente turn-over previsto per i prossimi anni, compromesso dal limite del 50% fissato in finanziaria.

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17. Sedi decentrate.

È noto come molte sedi gemmate, non solo in Sardegna, siano nate sotto la spinta della società civile, che sperava di aprire i territori verso l’esterno, auspicando l’arrivo di studenti e professori da altri paesi: in realtà la nascita dei corsi universitari in alcune realtà ha significato un’ulteriore chiusura, un ripiegamento, una limitazione ed un impoverimento; non sempre le sedi gemmate hanno avuto adeguata stabilità e hanno potuto offrire agli studenti la possibilità di seguire dibattiti e convegni, di fruire di servizi come biblioteche, mense, impianti sportivi; spesso le attività universitarie hanno drenato preziose risorse che sarebbero potute essere meglio orientate verso lo sviluppo.

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15. Sistema bibliotecario, Museo della Scienza, Orto Botanico, Azienda Agraria, Archivio.

Dopo i risultati raggiunti, il Sistema bibliotecario di Ateneo deve compiere un ulteriore salto di qualità, finalizzato ad una digitalizzazione di molti materiali, collegandosi con la Biblioteca scientifica regionale.

Occorre consolidare l’assetto del Sistema nella prospettiva di una ulteriore razionalizzazione e aggregazione funzionale e logistica dei servizi erogati in loco dalle Biblioteche specie nell’area Umanistica e in quella di Scienze con la creazione di tre grandi biblioteche di area, presso le Facoltà di Lettere e Lingue, presso la Facoltà di Agraria e presso il complesso bio-naturalistico (terzo lotto).

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14. La programmazione dei fondi strutturali europei.

La programmazione dei fondi strutturali europei 2007-2013 ha conosciuto una profonda innovazione, dal momento che non si può più far riferimento ad un documento programmatico unico e sono stati avviati programmi specifici per tematica e grandi segmenti di fondi strutturali. Le priorità di intervento sono indicate dai sette assi: società dell’informazione; inclusione, servizi sociali, istruzione e legalità; energia; ambiente, attrattività naturale, culturale e turismo; sviluppo urbano; competitività.

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13. La ricerca e il trasferimento tecnologico.

Il nodo centrale della ricerca rimangono i Dipartimenti, cuore pulsante dell’Ateneo, che non possono essere emarginati dalla programmazione e dalla catena decisionale, accanto ai Centri interdipartimentali (che debbono estendere la collaborazione interdisciplinare) e ai laboratori progressivamente da razionalizzare: strutture che costituiscono una preziosa risorsa dell’Ateneo e che devono arrivare a coprire tutta la realtà della ricerca. Dobbiamo perseguire la trasversalità, sinergia, conoscenza tra gruppi di ricercatori.

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12. Organizzazione della didattica, alta formazione, diritto allo studio e servizi agli studenti.

Nell’ambito della struttura amministrativa dell’Ateneo, deve essere ben chiaro che la missione dell’Università è innanzi tutto orientata verso gli studenti, che colloco veramente al centro di questo programma e più in generale al centro delle azioni di sviluppo promosse dall’istituzione universitaria, soprattutto se la componente studentesca vedrà confermato il valore politico della rappresentanza negli organi accademici per garantire una partecipazione reale degli studenti a tutte le decisioni fondamentali della vita universitaria.

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