Attilio Mastino
Quale futuro per gli studi classici in Europa?
Oristano, 22-23 febbraio 2012
Seminario nazionale “Quale futuro per la cultura classica?”
Cari amici,
debbo all’amicizia con Guido Tendas l’invito a prendere la parola in questo Seminario nazionale “Quale futuro per la cultura classica?”, promosso dal Liceo Classico Salvator Angelo Decastro di Oristano, che nel nome ricorda il grande latinista, un protagonista della vita culturale della Sardegna dell’Ottocento a fianco di Giovanni Spano e Gavino Nino: personaggi in qualche modo coinvolti nella vicenda delle Carte d’Arborea alla quale guardiamo oggi con una qualche maggiore indulgenza, se non altro perché espressione di un profondo amor di patria e di una straordinaria conoscenza delle fonti sulla Sardegna.
Nel recente passato abbiamo conosciuto in Italia un vero e proprio dilagare delle articolazioni del sistema dei Licei suddiviso in 396 indirizzi e 52 progetti assistiti. Dopo la Riforma Gelmini della Scuola secondaria di II grado la giungla è stata sfoltita. Noi oggi sappiamo che il percorso del liceo classico può essere ancora una strada nuova, indirizzata allo studio della civiltà classica e della cultura umanistica, perché favorisce una formazione letteraria, storica e filosofica idonea a comprenderne il ruolo nello sviluppo della civiltà e della tradizione occidentali e nel mondo contemporaneo sotto un profilo simbolico, antropologico e di confronto di valori. Il Liceo Classico favorisce l’acquisizione dei metodi propri degli studi classici e umanistici, all’interno di un quadro culturale che, riservando attenzione anche alle scienze matematiche, fisiche e naturali, consente di cogliere le intersezioni fra i saperi e di elaborare una visione critica della realtà. Guida lo studente ad approfondire e a sviluppare le conoscenze e le abilità e a maturare le competenze a ciò necessarie.