Claudio Martelli, Ricordati di vivere.
Sassari, 29 maggio 2014
Il titolo di questo libro Ricordati di vivere si collega in maniera singolare all’esigenza che l’autore manifesta pressantemente negli ultimi anni di ricordare le proprie radici, di recuperare la formazione filosofica tanto amata ma che rischia di finire per essere quasi una gabbia di tipo intellettualistico che poteva rischiare di mettere in secondo piano emozioni e impegni personali tale dai rallentare il flusso della vita activa intesa come impegno politico forte deciso e pratico soprattutto quando Martelli raggiunge l’apice della carriera politica, esercitando dopo Claudio Vassalli il ruolo di Guardasigilli; Primum vivere, deinde philosophari recita la massima, attribuita ad Hobbes, ma di sicura derivazione classica (già presente all’interno della Politica di Aristotele nella contrapposizione tra vita attiva e otium speculativo). O non sarà alla rvescia, un rimpianto per aver trascurato la vita vera per inseguire la politica ?
Giunto ora all’otium dopo la guerra combattuta, Martelli sente il dovere di testimoniare,m di spiegare, di ricollegare tanti fili sparsi, di dare una sua versione che sveli retroscena e ragioni profonde.
Certo è che questa autobiografia di Martelli nella sua prima parte può essere considerata un romanzo di formazione, la formazione di un giovane, laureatosi in filosofia all’Università di Milano e forse destinato alla carriera universitaria che parallelamente segue un percorso politico prima con i repubblicani mazziniani, poi con l’adesione nel 1966 all’Unità socialista e le particolarità del suo ‘68; seguono la brillante ascesa nella direzione nazionale del partito socialista di Craxi (1976), l’elezione a deputato nel 1979 (collegio di Mantova e Cremona) e la vicesegreteria insieme a Valdo Spini in occasione del Congresso PSI a Palermo del 1981. E’ l’epoca delle definizioni che tutto sommato segnano una carriera politica e rimangono a volte spiacevolmente connotative: l’enfant prodige (mi chiedo quante volte stasera verrà usata questa espressione un poco sbrigativa e non più di moda, almeno per Renzi), il giovane rampante, in un quadro storico, quello del passaggio dagli anni ottanta ai novanta del secolo scorso estremamente complesso. La difficile trattativa sull’abolizione di quattro punti della scala mobile (1984), la figura di Craxi vincente e anche un po’ supponente a livello politico, l’Italia dell’imprenditoria e in parallelo l’ambiente icastico della “Milano da bere” costituiscono un milieu dal quale Martelli sembra essere abbastanza equidistante, con la definizione di enfant prodige cucita addosso, egli prosegue la sua ascesa politica: Vicesegretario unico del PSI (1984), Europarlamentare, nuovamente Deputato ( 1987), Vicepresidente del Consiglio (1989 Governo Andreotti).
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