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Isole – Intervento di Attilio Mastino a Carloforte – Tavola rotonda con Umberto Eco – 26 giugno 2010

Locandina

ISOLE

di Attilio Mastino

LocandinaL’ AMBIVALENZA DELLE ISOLE

Le isole godono nel pensiero antico di una  profonda ambivalenza: da un lato esse rappresentano un ‘punto di passaggio’ lungo le rotte mediterranee, dall’ altro, per la loro stessa natura, sono luoghi ‘remoti’ e ‘isolati’, e, in quanto tali, possono trasformarsi in luoghi utopici.

Il grande storico delle “Annales” Lucien Febvre assunse paradigmaticamente la Sicilia e la Sardegna come espressione rispettiva dell’ «île carrefour» e dell’ «île conservatoire».

Al di là dello schematismo febvriano non c’è dubbio che la Sicilia partecipi di un maggiore dinamismo culturale ed economico rispetto alla Sardegna in tutte le fasi della storia.

Ma in effetti alla Sardegna era  stato concesso il primato  nel “canone delle isole” del Mediterraneo, sulla base non della superficie (non calcolabile nell’ età arcaica), ma per il suo maggiore effettivo sviluppo costiero rispetto alla Sicilia.

Questo canone, formatosi  entro il V secolo a.C. , ma presumibilmente già dal secolo precedente, è derivato  dal periplo di ciascuna isola, unico strumento  in possesso degli Antichi, per determinare, seppure approssimativamente, l’estensione delle isole.

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Sardegna e Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna

Sardegna e Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna.
Studi in onore di  Francesco Cesare Casula
a cura di Maria Giuseppina Meloni e Olivetta Schena
Intervento di Attilio Mastino
(con il contributo di Franco G.R. Campus)

Cari amici,

torno con emozione in questa Aula Magna rinnovata, tra tante persone che mi sono care, in questa Aula Magna nella quale mi sono lauereato quasi 40 anni fa. Debbo a Giovanni Melis, a Maria Giuseppina Meloni, a Olivetta Schena, a Luca Codignola Bo il piacere di presentare oggi a Cagliari questo volume intitolato Sardegna e Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna edito dall’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle ricerche offerto a Franceco Cesare Casula da allievi e colleghi.

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28. Conclusioni.

Affronterò il confronto elettorale in modo leale ed aperto, serrato sui programmi, senza polemiche con gli altri candidati (che non considero avversari ma concorrenti che stimo), perché l’Ateneo non deve essere trasformato in un campo di battaglia: i candidati devono lavorare per presentare i propri programmi e le loro specificità, non per travisare le intenzioni altrui con un processo alle intenzioni, se ci si limita ad un confronto miope sulle persone, costruendo una vituperatio un poco caricaturale, che poi finisce per diventare un boomerang.

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27. Infrastrutturazione e gestione del patrimonio edilizio.

Molto è stato fatto negli ultimi anni per le strutture edilizie, per le infrastrutture, i laboratori, le tecnologie. Occorre ora completare tutto ciò che è rimasto incompiuto e vigilare sul collaudo dei lavori effettuati per evitare che alcune opere non funzionino; soprattutto concentrarsi sulla manutenzione e sulla gestione.

Intendo muovermi a valle del piano complessivo di gestione e di sviluppo edilizio approvato dal Senato e dal Consiglio di Amministrazione, che richiamo in questa sede solo per sommi capi e che andrà debitamente aggiornato, rispondendo oltretutto all’obbligo di legge di inserire gli interventi all’interno di un documento di programmazione triennale, per definire le opere da proporre per accedere a finanziamenti pubblici.

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26. Informatica.

L’informatica e le nuove tecnologie (microelettronica, fisica, nanotecnologie) sono ormai sempre più uno strumento fondamentale con il quale è possibile affrontare sfide significative anche in altri settori disciplinari.

Il nostro Ateneo dovrebbe fare una seria riflessione sull’argomento, decidendo quali siano le strade più adeguate per colmare un evidente gap storico, che potrebbe diventare cronico nei prossimi anni.

Una strada ragionevole è quella di puntare inizialmente sulle competenze già esistenti, a condizione che le stesse abbiano livello di eccellenza e possano generare a breve ulteriore ricchezza culturale.

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25. Comunicazione e diffusione delle conoscenze.

Considero fondamentale per un Ente pubblico come l’Università garantire la massima trasparenza verso l’esterno ed orientare i servizi alle relazioni con i cittadini: non si tratta solo di promuovere l’immagine dell’Ateneo e di garantire la visibilità per i servizi, per l’offerta didattica, per i risultati della ricerca; più ancora si richiede un’informazione puntuale sugli atti e sullo stato dei procedimenti, una definizione dei diritti dei cittadini e le azioni indirizzate al miglioramento degli aspetti organizzativi.

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24. Centri di spesa.

Occorre avviare la razionalizzazione dei centri di spesa con autonomia contabile, il cui numero deve essere ridotto senza traumi, magari in qualche caso accorpati per aree, senza stravolgimenti degli organi statutari.

Debbono essere riconosciute le specifiche responsabilità degli EP e dei Segretari amministrativi dei Centri di spesa, che debbono essere affiancati da giovani in formazione e non debbono individuare nell’Amministrazione una controparte ostile. Si deve arrivare alla dipartimentalizzazione degli attuali Istituti della Facoltà di Medicina e Chirurgia, all’indomani della nascita dell’Azienda Ospedaliera Universitaria.

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23. Medicina universitaria.

La contrastata nascita delle Aziende Ospedaliere-Universitarie di Sassari e Cagliari, disposta da leggi nazionali che hanno ridefinito i rapporti tra Servizio Sanitario e Università, consentirà un rilancio delle due Facoltà mediche se le due Aziende saranno messe nelle condizioni di svolgere la propria specifica missione, che è quella di integrare la programmazione generale dell’assistenza (di cui è titolare il Direttore Generale) con la programmazione didattico-scientifica della Facoltà di Medicina (di cui è titolare l’Università): l’AOU di Sassari è nata con gravissimi ritardi rispetto al Decreto Legislativo 517/99 e con una dimensione spaventosamente ridotta, addirittura con un disavanzo finanziario programmato pari al 20%, visto che la spesa storica di oltre 100 milioni di euro è stata drasticamente ridotta.

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22. Gestione delle risorse e politiche di bilancio.

Occorre in primo luogo sgomberare il campo da equivoci. L’Università di Sassari non rischia il dissesto finanziario, ha accumulato in questi anni risorse destinate a tempi difficili e collocate prudentemente nell’avanzo di amministrazione.

La struttura del bilancio dell’Ateneo è realmente sana e le spese in conto capitale storicamente non sono mai state superiori alle entrate.

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