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Terza Scuola internazionale estiva. Sardegna, il territorio dei luoghi.

Terza Scuola internazionale estiva.
Sardegna, il territorio dei luoghi.
“Paesaggi culturali. Progetti per una capitale europea della cultura 2019”

Cagliari , 4 settembre 2014

Grazie ad Antonello Sanna e a Bibo Cecchini per l’invito ad aprire questa terza Scuola Internazionale estiva “Sardegna, il territorio dei luoghi”, con un tema generale “Paesaggi culturali. Progetti per una capitale europea della Cultura 2019”. Un’iniziativa che vede la preziosa sinergia delle Università di Cagliari e di Sassari attraverso i Dipartimenti di Ingegneria Civile, Ambientale e Architettura (DICAAR) e di Architettura, Design, Urbanistica di Alghero (DADU). Partecipano oggi tanti ricercatori e tanti giovani appassionati studiosi.

La Bulgaria e l’Italia sono chiamate dall’Unione europea fra cinque anni ad esprimere due città Capitali Europee della cultura.

Non ci dimentichiamo che nel 1985 fu la Ministra della cultura greca Melina Mercouri (l’eroina ellenica che  si batté (invano!) per ricongiungere al Atene i marmi Elgin del Partenone conservati nel British Museum) a spendersi  nella proposta di istituzionalizzare la “capitale europea della cultura”, titolo di cui si sono già fregiate 32 città del vecchio continente. E’ una idea fatta propria dal Consiglio dei Ministri dell’UE e con l’appoggio del Parlamento Europeo e della Commissione Europea.

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Conferimento del riconoscimento di Stintinese doc a Mariotto Segni.

Incontri stintinesi duemila14
Conferimento del riconoscimento di Stintinese doc a Mariotto Segni
Stintino, 6 settembre 2014

Non conosco bene le ragioni per le quali il sindaco Antonio Diana, l’Assessore Francesca Demontis e il nostro Salvatore Rubino mi hanno scelto a presentare Mariotto Segni in questa solenne occasione per l’attribuzione del titolo di Stintinese doc.  Considero questo incarico un grande onore, per il prestigio del personaggio e per il legame di stima e di amicizia che risale ad anni veramente lontani, prima ancora del mio arrivo a Sassari nel 1980 come assistente di Sandro Schipani e prima degli incontri politici dove lo vedevo all’opera con grande forza, con freschezza e con un forte spirito di iniziativa. In Facoltà di Giurisprudenza al fianco sempre di Antonio Serra.

Ho ritrovato in questi giorni la voluminosa cartella conservata nell’archivio dell’Università di Sassari, che ricorda la sua carriera accademica dopo la laurea a Sassari, iniziata a Padova  nel 1963 come assistente di diritto del lavoro alla scuola del civilista Luigi Carraro. Segue l’incarico di Diritto industriale ad Economia e commercio, assistente ordinario l’anno dopo; nel 1969 supera la libera docenza in diritto civile e a Padova pubblica la sua prima monografia Autonomia privata e valutazione legale tipica, con altri articoli scientifici tra i quali quello dedicato ad un fenomeno che giungeva allora in Italia, la”lettera di patronage”.

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Incontri stintinesi 2014 in ricordo di Gabriella Mondardini Morelli

Intervento di apertura
Incontri stintinesi 2014 in ricordo di Gabriella Mondardini Morelli

A nome dell’Università di Sassari voglio ringraziare il Sindaco Antonio Diana e la carissima Esmeralda Ughi per questi incontri stintinesi 2014 in ricordo di Gabriella Mondardini Morelli promossi dal Centro studi sulla civiltà del mare e per la valorizzazione del Golfo e del Parco dell’Asinara.

Il 18 agosto ho annunciato con dolore a tutti i colleghi dell’Ateneo la scomparsa di Gabriella, che aveva raggiunto la figlia Laura scomparsa a 47 anni il 22 febbraio di un anno fa. Proprio per l’anniversario ero a Porto Torres quando Assovela, l’associazione dei suoi amici di mare, aveva promosso assieme ad altri amici, enti e associazioni, una giornata per ricordare la figlia Laura, partendo dalla pagina facebook ancora oggi illuminata dalla fotografia di una cascata di acqua cristallina che cade dall’alto delle rocce antiche, scolpite dal tempo, in un luogo remoto della Sardegna: avevo immaginato che alla base della cascata, sulle rive del laghetto, in un ambiente tanto suggestivo Laura avesse vissuto alcuni dei momenti più belli della sua vita, fosse stata felice, magari assieme a Gaetano e ai due ragazzi, Francesca e Lorenzo, che la piangono sempre e che avvertono i morsi della solitudine.

L’acqua limpida di quella cascata mi aveva ricordato il sorriso di Laura, il suo ottimismo, la sua voglia di costruire, la sua passione, il suo coraggio anche negli ultimi giorni. Soprattutto il suo amore per gli altri.

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Presentazione della mostra di Antonio Ledda “Fuori dalla rotta dei Gabbiani”

Presentazione della mostra di Antonio Ledda “Fuori dalla rotta dei Gabbiani”
Bosa, 9 agosto 2014

Cari amici,

mi sentivo in dovere di presentare assieme a Paolo Sirena questa Mostra di Antonio Ledda  “Fuori dalla rotta dei gabbiani”, che si tiene a Bosa, dentro la casa dove sono nato: un po’ per l’amicizia, un po’ – lo confesso – per il dono inatteso che ho ricevuto, una figuredda, un cavalluccio di legno smaltato in verde; soprattutto per le emozioni che queste opere  suscitano nel visitatore abituato ad un’arte sarda spesso ripetitiva, troppo rispettosa di canoni consolidati, poco originale. Infine anche perché mi sentivo in colpa per aver bruciato la presentazione di due mesi fa al Museo del territorio di Sa Corona Arrubia a Collinas in Marmilla, visto che per un equivoco ero andato a finire a Samugheo e me ne ero rientrato con le pive nel sacco a Sassari.

Il tema del rapporto tra i modelli e l’artista è il tema centrale di questa mostra, dove non mancano i richiami al fondatore del movimento spazialista Lucio Fontana, pittore, ceramista,  scultore, scomparso oltre 40 anni fa. Ma sono evidenti i debiti contratti verso tanti altri artisti, sardi, italiani, internazionali, che restano sempre sullo sfondo, perché Antonio Ledda esprime con strumenti non convenzionali un mondo unico e originale che riemerge dall’interno della sua esperienza, che si è sviluppata attraverso gli studi fatti, i viaggi compiuti, i monumenti visitati, la società che ha conosciuto, le sue sperimentazioni poco convenzionali e molto eterodosse. Anche quando raffigura frettolosamente in acrilico, magari sulle lampade in ceramica, le figure umane (che pure spesso sono assenti dalle sue opere), c’è forse oltre che il riemergere di un ricordo personale profondo, inconsapevolmente anche la pressione della memoria dell’arte classica rivissuta in modo vitale partendo dalla processione di personaggi raffigurati sull’ara pacis augustea a Roma oppure dalla teoria di imperatori e santi sui mosaici bizantini di San Vitale o Sant’Apollinare nuovo Ravenna.

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Gli ottanta anni del maestro Elio Pulli

Gli ottanta anni del maestro Elio Pulli
Comune di Sassari, 8 agosto 2014

Cari amici,

volevo esprimere in apertura la gratitudine al Signor Sindaco per avermi scelto ad intervenire in questa occasione solenne.

Parlare degli ottanta anni di Elio Pulli qui a Palazzo Ducale significa partire dalle straordinarie ceramiche collocate nell’anticamera del Sindaco, donate dal Banco di Sardegna a Gianfranco Ganau qualche anno fa, con questa rappresentazione dei candelieri davvero originale, con il basso e massiccio obriere maggiore con le bandiere che sintetizzano il senso di una festa che nei prossimi giorni la città di Sassari rinnoverà ripensando a una storia lunga, che risale all’indietro fino al Cinquecento spagnolo e che accomuna i Gremi sintesi dell’intera città nella pittoresca Faradda, quale espressione dei ceti produttivi e artigianali, i piccapedre, i viandanti, i contadini, i falegnami, gli ortolani, i calzolai, i muratori, i sarti, i massai, o fabbri, i macellai, i contadini e così via. Una storia lunga che si ripete, coinvolgendo da oltre quattro secoli il Comune, la città, la Chiesa, l’Università. Giovedì ho visto i piccoli candelieri tanto orgogliosi di ereditare una tradizione e di concorrere ad una festa che esprime gioia e simpatia.

Per usare le parole di Pompeo Calvia

Chi canzoni e chi alligria

Vi so sott’a la bandera !

Pari giunta primabera

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Presentazione del volume “L’ultimo pugno di terra” sul film documentario di Fiorenzo Serra

Attilio Mastino
Presentazione del volume “L’ultimo pugno di terra” sul film documentario di Fiorenzo Serra
Sassari, 18 luglio 2014

Cari amici,

presentare oggi questo volume edito da Maestrale, nella giornata dei funerali della nostra cara Rina Pigliaru, significa per un momento ripensare al ruolo avuto da Antonio Pigliaru nella travagliata preparazione di questo lungometraggio di Fiorenzo Serra restaurato per iniziativa dell’Assessorato Regionale alla PI, della Fondazione Banco di Sardegna, della Cineteca sarda e della Società Umanitaria. Con la consulenza del Laboratorio di Antropologia Visuale del Dipartimento di storia scienze dell’uomo e della formazione del nostro Ateneo, che nel nome ricorda la figura di Fiorenzo Serra, dopo la convenzione del gennaio scorso con la Fondazione umanitaria voluta dall’Assessore Sergio Milia e sostenuta ora da Claudia Firino.

Il filosofo del diritto Antonio Pigliaru ispiratore di un’intera generazione di giovani intellettuali isolani, nel 1949 fondatore di Ichnusa, portava con se il sapore fresco di una sardità profonda, radicata sulle sue origini orunesi e sulla sua Barbagia.  Temi che nel lungometraggio di Fiorenzo Serra esplodono nelle bellissime scene della transumanza delle greggi di pecore da Fonni verso la Nurra, nella rappresentazione della vita dei pastori fatta di solitudine e di sofferenza, ma anche di scoperte quotidiane come l’emozionante nascita di un agnello che perde la placenta, accolto dal gregge quando ancora non riesce a reggersi sulle zampe, collocato con altri agnelli nella tasca di una bisaccia – sa bertula –  sotto la pioggia.

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Inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Universitaria.

Attilio Mastino
L’inaugurazione della nuova sede della Biblioteca Universitaria
Sassari, 8 luglio 2014

Voglio esprimere la più grande soddisfazione della comunità accademica perché la ‘nostra’ Biblioteca universitaria trova una splendida collocazione in questo edificio, l’antico Ospedale SS. Annunziata,  uno dei luoghi dell’identità della città di Sassari, uno spazio rinnovato, ricco di suggestioni significative, adeguato ad accogliere una preziosa collezione di opere che documentano mille e mille curiosità, interessi, ricerche sviluppatesi nel tempo: voglio citare almeno quel  Condaghe di San Pietro di Silki che costituisce il documento iniziale della lingua volgare sarda e insieme testimonia la ricchezza delle eredità culturali classiche nel Regno del Logudoro giudicale.

Si incontrano nella giornata di oggi due storie, la storia dell’Università e la storia della biblioteca universitaria raccontata da Tiziana Olivari e Marisa Porcu Gaias, iniziate insieme oltre quattro secoli e mezzo fa col lascito che il nobile Alessio Fontana, funzionario della cancelleria di Carlo V,  riservò per il Collegio Gesuitico nel 1558. In realtà un’unica storia di collaborazione o addirittura di simbiosi, che oggi si rinnova.  Questo trasferimento a Piazza Fiume segna una tappa importante ma non interrompe un rapporto e una storia lunga di cui siamo orgogliosi.

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Incontro con la Commissione Parlamentare per la nascita dell’Ospedale Bambin Gesù – Qatar Foundation.

Attilio Mastino, Rettore dell’Università di Sassari
Incontro con la Commissione Parlamentare per la nascita dell’Ospedale Bambin Gesù – Qatar Foundation
Olbia, 4 luglio 2014

Caro Presidente Pier Paolo Vargiu, cari deputati, ho molto apprezzato il fatto che l’incontro con la Commissione parlamentare per la nascita del nuovo Ospedale sia stato promosso all’interno di questo straordinario Museo archeologico, che testimonia la qualità ambientale del futuro di Olbia, lo spessore storico, il collegamento tra medicina, salute e cultura, nel segno di Eracle e delle ninfe. Sono presenti per conto dell’Università di Sassari la Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia prof.ssa Ida Mura, il Prorettore delegato alla sanità prof.ssa Maristella Mura, il direttore del Dipartimento di scienze biomediche prof. Andrea Montella, il consigliere d’amministrazione prof. Francesco Meloni, la prof.ssa Maura Pugliatti, membro del tavolo tecnico per la ricerca.

L’Università di Sassari ha seguito con attenzione e viva simpatia l’azione del Presidente Pigliaru sull’accordo con la Qatar Foundation  (investitore) e l’Ospedale Bambin Gesù (partner scientifico) nell’ex San Raffaele di Olbia, che sarà accreditato nella rete ospedaliera regionale come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS).

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Intervento davanti alla Prima Commissione del nuovo Consiglio Regionale (con il contributo del Prorettore prof. Omar Chessa).

Intervento davanti alla Prima Commissione del nuovo Consiglio Regionale
(con il contributo del Prorettore prof. Omar Chessa)
Cagliari, 10 giugno 2014


1. La guida, il faro del progetto riformatore delle istituzioni sarde dovrà essere l’art. 5 della Costituzione repubblicana. Questa disposizione – pur con la premessa che la repubblica è una e indivisibile – «riconosce e promuove le autonomie locali (…) e adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento».

Anche se nella prima parte si riferisce espressamente solo alle «autonomie locali», per la dottrina non ci sono dubbi che l’intento dei costituenti fosse quello di sancire un generale «principio autonomistico», quale chiave di volta della costruzione repubblicana. Da un lato, infatti, si afferma il carattere unitario della Repubblica – nonostante la sua formulazione articolata – dall’altra, come una sorta di contrappeso, si afferma che l’unità repubblicana deve conseguirsi e preservarsi nel rispetto e sviluppo del principio autonomistico, in tutte le sue declinazioni: cioè come autonomia politica-amministrativa degli enti territoriali (Regioni ed enti locali sub-regionali), come autonomia funzionale (evocata dall’art. 33, ult. comma, della Costituzione, a mente del quale «le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato»), come autonomia personale (cui si richiama l’ampia previsione delle liberta fondamentali e dei diritti sociali).

Non per caso il «principio autonomistico» rientra tra i «principi supremi dell’ordinamento repubblicano», ossia è un elemento identitario essenziale della nostra forma di stato democratica ed è, per questa ragione, sottratto alla stessa possibilità della revisione costituzionale.

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Claudio Martelli, Ricordati di vivere.

Claudio Martelli, Ricordati di vivere.
Sassari, 29 maggio 2014

Il titolo di questo libro Ricordati di vivere si collega in maniera singolare all’esigenza che l’autore manifesta pressantemente negli ultimi anni di ricordare le proprie radici, di recuperare  la formazione filosofica tanto amata ma che rischia di finire per essere quasi una gabbia di tipo intellettualistico che poteva rischiare di mettere in secondo piano  emozioni e impegni personali tale dai rallentare il flusso della vita activa intesa come impegno politico forte deciso e pratico soprattutto quando Martelli raggiunge l’apice della carriera politica, esercitando dopo Claudio Vassalli il ruolo di Guardasigilli; Primum vivere, deinde philosophari recita la massima, attribuita ad Hobbes, ma di sicura derivazione classica (già presente all’interno della Politica di Aristotele nella contrapposizione tra vita attiva e otium speculativo). O non sarà alla rvescia, un rimpianto per aver trascurato la vita vera per inseguire la politica ?

Giunto ora all’otium dopo la guerra combattuta, Martelli sente il dovere di testimoniare,m di spiegare, di ricollegare tanti fili sparsi, di dare una sua versione che sveli retroscena e ragioni profonde.

Certo è che questa autobiografia di Martelli nella sua prima parte può essere considerata un romanzo di formazione, la formazione di un giovane, laureatosi in filosofia all’Università di Milano e forse destinato alla carriera universitaria che parallelamente segue un percorso politico prima con i repubblicani mazziniani, poi con l’adesione nel 1966 all’Unità socialista e le particolarità del suo ‘68; seguono la brillante ascesa nella direzione nazionale del partito socialista di Craxi (1976), l’elezione a deputato nel 1979 (collegio di Mantova e Cremona) e la vicesegreteria insieme a Valdo Spini in occasione del Congresso PSI a Palermo del 1981. E’ l’epoca delle definizioni che tutto sommato segnano una carriera politica e rimangono a volte spiacevolmente connotative: l’enfant prodige (mi chiedo quante volte stasera verrà usata questa espressione un poco sbrigativa e non più di moda, almeno per Renzi), il giovane rampante, in un quadro storico, quello del passaggio dagli anni ottanta ai novanta del secolo scorso estremamente complesso. La difficile trattativa sull’abolizione di quattro punti della scala mobile (1984), la figura di Craxi vincente e anche un po’ supponente a livello politico, l’Italia dell’imprenditoria e in parallelo l’ambiente icastico della “Milano da bere” costituiscono un milieu dal quale Martelli sembra essere abbastanza equidistante, con la definizione di enfant prodige cucita addosso, egli prosegue la sua ascesa politica: Vicesegretario unico del PSI (1984), Europarlamentare, nuovamente Deputato ( 1987), Vicepresidente del Consiglio (1989 Governo Andreotti).

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