Questi cinque anni, un tentativo di sintesi.

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Attilio Mastino
Questi cinque anni, un tentativo di sintesi

31 ottobre 2014

Grazie per la presenza così numerosa a questa festa di fine mandato.  Vedo molta allegria, e per un attimo ho avuto il dubbio che l’allegria fosse troppa, come se mi si volesse festeggiare soprattutto per il fatto che finalmente me ne vado.  Mi avete sopportato per 12 anni come Prorettore di Alessandro Maida, 5 anni come Rettore.

Del resto ho ricevuto in questi giorni tali e tante manifestazioni di affetto e di apprezzamento, che mi è venuta in mente – si parva licet – la biografia di Vespasiano scritta da Svetonio. Di fronte ai troppi complimenti, Vespasiano esclamò, ohi ohi, qui qualcuno mi vuole morto.

A parte gli scherzi, volevo solo dirvi grazie.

Per questo, con un pizzico di follia, vincendo le resistenze dell’ufficio comunicazione ho fatto mettere sugli inviti per questa cerimonia la foto coloratissima della barca Fastidiosa, mattatrice dell’estate 2014, con l’equipaggio della nostra Università lautamente – si fa per dire –  finanziato dall’Erasmus:  marinai impegnati a salutare con allegria vera, con la frase di Ungaretti, Qui la meta è partire. Perché vogliamo davvero partire, Massimo Carpinelli per una nuova esaltante avventura, io da domani per riprendere da dove mi ero fermato con i lavori in Tunisia assieme ai colleghi e allievi, soprattutto l’Università di Sassari verso un orizzonte di profonda trasformazione, di modernizzazione, di rinnovamento.

Vorrei ricordare questi cinque anni (dopo gli intensi rettorati di Antonio Milella, di Giovanni Palmieri, di Alessandro Maida) come un grande momento di crescita del nostro Ateneo. So che un amministratore non dovrebbe mai essere soddisfatto dei risultati raggiunti. Ma qui a muoversi è stato tutto l’Ateneo, in tutte le sue componenti, con una determinazione e un impegno che sono sotto gli occhi di tutti.

Grazie al Senato Accademico, prima e dopo la legge 240,  grazie al Consiglio di Amministrazione, alla Giunta composta dai Prorettori Laura Manca, Lucia Giovanelli, Giovanni Micera, Aldo Maria Morace, Maristella Mura, Quirico Migheli, Omar Chessa, in precedenza da Donatella Spano e Francesco Morandi. La loro nomina ad Assessori regionali la dice lunga sulla qualità della scelta a suo tempo effettuata. Prima ancora anche da Sergio Coda, Giovanni Lobrano, Giulio Rosati, Eraldo Sanna Passino.  Grazie ai tanti delegati del Rettore, al Consiglio degli studenti presieduto da Gian Michele Sanna, Gabriele Casu, ora dal nostro Riccardo Zanza. Grazie al Consiglio del personale tecnico amministrativo presieduto da Antonio Chessa, al Collegio dei Revisori presieduto da Guido Sechi e ora da Tommaso Cottone. Grazie al Nucleo di valutazione presieduto da Marco Vannini e in precedenza da Anna Laura Trombetti. Grazie al collegio disciplina presieduto da Michele Gutierrez, Grazie al Comitato per le pari opportunità e poi al Comitato unico di garanzia presieduto da Maria Lucia Piga, grazie al garante degli studenti Polo Fois preceduto dal compianto Antonio Bagella, grazie al garante degli studenti stranieri Elena Sanna, al Presidio di qualità presieduto da Laura Manca. Soprattutto grazie ai direttori di Dipartimento.

Quelli confermati: Giuseppe Pulina per il Dipartimento di Agraria; Bibo Cecchini per il Dipartimento di Architettura, Design, Urbanistica. Gianfranco Demontis per il Dipartimento di Chimica e Farmacia; Andrea Montella per il Dipartimento di Scienze biomediche; Gavino Mariotti per il Dipartimento di Scienze umanistiche e sociali:

Antonietta Mazzette per il Dipartimento di Scienze Politiche, Scienze della comunicazione e Ingegneria dell’informazione.

E poi grazie ai dettori usciti di carica e auguri ai nuovi che subentrano:

Dipartimento di Giurisprudenza, diretto da Francesco Sini, al quale subentra  Gianpaolo Demuro

Dipartimento di Economia, impresa e regolamentazione, diretto da Marco Breschi , al quale subentra  Ludovico Marinò

Dipartimento di Medicina Veterinaria, diretto da Salvatore Naitana al quale subentra Eraldo Sanna Passino

Dipartimento di Scienze chirurgiche, microchirurgiche e mediche, diretto da Mario Trignano al quale subentra Nanni Campus

Dipartimento di Medicina clinica e sperimentale, diretto da Giuseppe Delitala al quale subentra Antonello Ganau

Dipartimento di Storia, Scienze dell’uomo e della formazione, diretto da Maria Margherita Satta alla quale subentra Marco Milanese

Dipartimento di Scienze della natura e del territorio, diretto da Sandro Dettori  al quale subentra Roberto Furesi

Grazie alla Presidente della Facoltà di Medicina e Chirurgia Ida Mura, ai Presidenti dei corsi di laurea, ai direttori delle scuole di specializzazione, ai coordinatori dei dottorati di ricerca, ai direttori dei Centri, l’NRD con Pier Paolo Roggero e ora Luciano Gutierrez, Province Romane Paola Ruggeri, Storia Antonello Mattone. I responsabili dei laboratori, dei laboratori infornatici, del Centro Linguistico di Ateneo Antono Pinna e ora Alessandra Cattani, del Centro Universitario di Mediazione Maria Antonietta Foddai, del Centro per la biodiversità vegetale Ignazio Camarda.

Grazie al direttore generale Guido Croci, alla Segreteria del Rettore, gli impareggiabili Francesco Mulas, Tony Fara, Maria Speranza Pirisi, Fulvia Coda, Valentina Guido, Rossella Idini; grazie a Salvo Floris e Emy Battino della direzione amministrativa; grazie agli autisti che si sono succeduti, soprattutto alla carissima Laura, a Franco, a Luciano, al sorprendente Salvatore, alle guardie Giorgio, Emilio, Giuseppe e non solo.

Grazie ai dirigenti Sonia Caffù, Alessandro Forino, Paolo Pellizzaro.

Grazie a Margherita Chessa, ad Anna Deriu e alla segreteria degli organi collegiali. Grazie ai capi ufficio, ho l’elenco completo, ma evito di citarli tutti, molti sono davvero cari e ho contratto con loro un debito profondo. Grazie al personale tecnico amministrativo bibliotecario, al personale sanitario, ai professori, ai ricercatori, agli assegnisti,.

Al Direttore generale dell’AOU Sandro Cattani, al direttore amministrativo Lorenzo Moretti., al Direttore sanitario Mario Manca, al Direttore generale della ASL Marcello Giannico, alla direttrice amministrativa la nostra Chiara Seazzu.

Grazie al Presidente dell’Ersu Gianni Poggiu e alla direttrice Maria Assunta Serra

Grazie ai dirigenti delle ASL della Sardegna, ai Sindaci ai Presidenti delle Province, a tutte le autorità, a S.E. l’Arcivescovo, a S.E: il Prefetto, ai Presidenti del Consiglio Regionale Lombardo e Ganau, al Presidente della regione Pigliaru e in particolare agli assessori Firino, Spano, Morandi, Paci, Manichedda. Prima di loro al Presidente Cappellacci e agli Assessori Milia  e La Spisa.

Lasciatemi ricordare alcuni colleghi malati che ci sono cari, penso con un affettuoso augurio di pronta guarigione alla nostra Rina Mazzette.

L’impegno più gravoso è stato quello dell’applicazione della “Grande Riforma” a seguito della legge 240, che con il nuovo statuto che orienta l’Ateneo per i prossimi 30 anni e che abbiamo vissuto come un momento straordinario di riflessione e di dibattito negli oltre 100 incontri che abbiamo promosso; primi in Italia abbiamo avviato il passaggio dalle Facoltà ai Dipartimenti, la nomina dei nuovi organi accademici. E poi la solidarietà espressa ai ricercatori in agitazione, i dubbi e le incertezze per politiche di smantellamento del sistema universitario, che abbiamo contrastato efficacemente, talora ribaltato. Ma anche tanti momenti difficili e tante delusioni, forse anche veri e propri fallimenti.

Abbiamo sostenuto l’attività del Centro Universitario Sportivo, del Circolo ricreativo dell’Università, delle Associazioni studentesche, dei Goliardi, dell’Associazione ALAUNISS (Associazione dei laureati nell’Università di Sassari), dell’Associazione dei dottorandi e dei dottori di ricerca (ADI), dell’Associazione Coro dell’Università, della Fondazione Gabriele Bacchiddu. Le feste degli studenti in Piazza Tola, in Piazza Università, in Piazza d’Italia. Momenti davvero non convenzionali. E poi la collaborazione con l’ERSU per le residenze e anche per i servizi sanitari, dopo la ricostituzione della Commissione mista. Infine l’impegno  corale del Dipartimento di Medicina Veterinaria per il superamento della valutazione EAEVE.

Abbiamo potuto ripercorrere la nostra storia partendo dal 1562 e dalla nascita del Collegio Gesuitico, con le celebrazioni dei 450 anni alla presenza del Presidente della Repubblica, del Presidente della Camera, del Ministro Francesco Profumo, dei Presidenti della CRUI Marco Mancini e Stefano Paleari. Abbiamo svolto una relazione in occasione della visita di Papa Francesco in Sardegna; abbiamo presentato numerose pubblicazioni storiche: la Storia dell’Università di Sassari, gli atti del convegno sullo Studio generale Sassarese, il volume per i 450 anni e, tra qualche mese, i volumi sulle relazioni dei rettori, sulla Facoltà di Giurisprudenza, sulla produzione scientifica di Mario da Passano.

La candidatura del Rettore alla Presidenza della Conferenza dei Rettori, con un programma fortemente critico verso la gestione precedente, è stato un primo segnale di dissenso rispetto alle politiche del Governo, che hanno gravemente penalizzato il sistema universitario della Sardegna.

Ci siamo battuti per la riforma dell’attività didattica, il riordino dell’offerta formativa fuori sede, la riduzione del numero dei fuori corso, i premi per i migliori studenti (abbiamo aperto le celebrazioni per i 450 anni premiando con un tablet i nostri 450 migliori studenti), che sono stati veramente al centro dei nostri progetti. Proprio con i nostri migliori studenti chiudo il mio mandato, con le premiazioni dei migliori 112 studenti effettuata un’ora fa in questa aula magna. Ieri abbiamo inaugurato la Biblioteca del Mediterraneo del Comune e dell’Università ad Alghero; oggi il nuovo complesso didattico di Medicina. Consegnare nuove strutture significa migliorare anche la vita da studente. E poi i servizi agli studenti, le attività ricreative, culturali e sociali autogestite dagli studenti, il sistema bibliotecario, i laboratori, le nuove aule, i concorsi sui temi della disabilità, l’impegno dei Garanti degli studenti, le conferenze sulla didattica, le tante facce dell’Orientamento, i saloni dello studente, la straordinaria crescita della mobilità ERASMUS e ULISSE, gli accordi con Alma Laurea e col CINECA, la riforma dei dottorati di ricerca con le borse INPS e il finanziamento da parte dell’Assessorato al lavoro di numerosi master, il Tirocinio Formativo Attivo, i Percorsi Abilitanti Speciali, i rapporti con la Scuola sarda e l’attività sportiva che diventa parte integrante della formazione universitaria. Abbiamo completato la migrazione delle carriere studentesche degli ultimi 50 anni nel nuovo sistema informativo ESSETRE, riordinato l’Archivio di Muros, aggiornata l’anagrafe degli studenti.

Obiettivi principali nel campo della ricerca sono stati la centralità dei Dipartimenti, con l’autonomia finanziaria e la distribuzione selettiva delle consistenti risorse reperite; la collaborazione tra gruppi di ricercatori; il sostegno alle reti di relazioni, la condivisione di laboratori, l’uso comune delle apparecchiature, l’erogazione dei servizi, l’impiego del personale tecnico-amministrativo e, in particolare, la collaborazione interdisciplinare. Abbiamo ottenuto significative risorse per il Centro Grandi Attrezzature (CESAR-SS) e per il Centro per le tecnologie nel settore dei beni culturali (CIRTEBEC). Voglio ricordare i grandi progetti di Ateneo, il nuovo Incubatore Cubact di via Rockfeller, la nuova struttura di trasferimento tecnologico che sarà realizzata prossimamente ad Alghero, il nuovo Centro Elaborazione Dati, l’industrial-liaison office, i brevetti, le nuove spin off, le fasi locali regionali e nazionali del Premio Nazionale Start Cup a Perugia, a Palermo, a Torino, a Bari, a Genova e, prossimamente, qui a Sassari.

Abbiamo sostenuto l’indagine sulla Valutazione della Qualità della ricerca  dell’ANVUR con ottimi risultati specie in alcuni dipartimenti e in alcune aree e in tante occasioni abbiamo assegnato i premi di produttività, le borse di dottorato, gli assegni di ricerca, i posti di ricercatore. Nel corso della cerimonia per i 450 anni abbiamo premiato i 50 migliori ricercatori dell’Ateneo. Abbiamo rinnovato le attrezzature informatiche, le aule didattiche, i laboratori, alcuni stabulari e stabilimenti utilizzatori.

Per quanto riguarda la Medicina Universitaria ci si è battuti per l’applicazione della 517/99 a favore dei medici e del personale sanitario e l’erogazione tempestiva dell’indennità di esclusività, recuperando un arretrato di oltre dieci anni. Il rapporto con l’Azienda Ospedaliera Universitaria è stato quanto mai intenso e collaborativo e abbiamo approfonditamente discusso i progetti della Qatar Foundation ad Olbia.

Abbiamo superato brillantemente la verifica amministrativo-contabile in relazione alle attività dell’Ispettore del Ministero dell’Economia nel corso del 2009. Sono stati introdotti il bilancio unico di Ateneo e la contabilità economico-patrimoniale per rendere chiare e trasparenti le politiche di bilancio. I centri di costo sono passati da 40 a 15. Grazie a Lucia Giovanelli e a Nicolò Ceccarelli, ma a tanti altri colleghi e delegati, possiamo presentare oggi il bilancio sociale e di mandato 2009-2014, redatto secondo le linee guida metodologiche emanate dal Gruppo di studio per il bilancio sociale. E’ un documento innovativo, che rappresenterà un modello per tutti gli Atenei italiani.

Ci siamo impegnati fortemente sul territorio: abbiamo iniziato partecipando attivamente al convegno sulle bonifiche e sul rilancio dell’area industriale di Porto Torres il 10 novembre 2009, per giungere ad una collaborazione strettissima sulla chimica verde, che ha portato al confronto con Matrìca, ai congressi nazionali e internazionali a Sassari, che hanno lasciato un segno nella produzione scientifica del Dipartimento di Chimica e Farmacia, e non solo.

L’accordo su Fabrica Europa ci ha legato alla Provincia e alla Camera di Commercio. Abbiamo cercato e ottenuto nuovi importanti finanziamenti europei verso l’Horizon 2020 su tanti fronti, compresa la nautica, l’archeologia, la lotta alla desertificazione. Di fronte a noi abbiamo ora le cinque priorità indicate per la Sardegna negli ultimi documenti europei e regionali: le ICT, l’Energia, l’Agrifood, l’Aerospazio e la Biomedicina con le Scienze della vita.

Tra i momenti più significativi di un rapporto con il territorio, fondato su dibattiti e confronti, vorremmo ricordare il convegno “Isole”, la Tavola rotonda con Umberto Eco (Carloforte, 26 giugno 2010), e poi tante altre occasioni che hanno messo il nostro Ateneo al centro delle attività di numerose società scientifiche nazionali e internazionali. Lasciatemi almeno ricordare i miei convegni de L’Africa Romana e l’VIII Congresso internazionale di studi fenici e punici di Carbonia.

Abbiamo organizzato con la Regione e con Sardegna Ricerche le Conferenze regionali dell’innovazione e partecipato al salone Sinnova a Cagliari. Abbiamo riscritto il contratto con Porto Conte Ricerche su nuove basi, più vantaggiose per l’Ateneo. Abbiamo lavorato in una stretta collaborazione con i Comuni e le Province.

Abbiamo esteso la dimensione internazionale, in accordo con la Fondazione Banco di Sardegna e con particolare attenzione per la riva Sud del Mediterraneo, per le reti di università europee, insulari, catalane e mediterranee.

Abbiamo ospitato il meeting 2013 di RETI (le Reseaux des universités insulaires) in Alghero. Voglio ricordare i visiting professors e le lauree ad honorem a Pasqual Maragall i Mira, a Domenico Ruiu, a Gonçalo Byrne, a Alberto Ongaro, a Mareya Bachir, il giudice afgano che abbiamo conosciuto nella lontana Herat.

Negli ultimi giorni siamo impegnati con le Soprintendenze nel recupero di numerose altre statue dei Giganti di Monte Prama a Cabras, con il ritrovamento di modellini di nuraghi, betili e tombe della tarda età nuragica: si apre una finestra straordinaria sulla storia della Sardegna antica.

Voglio ricordare la forte collaborazione in tutti i campi con l’Università di Cagliari, sostenuta anche dall’amicizia personale del Rettore Giovanni Melis.

Il capitolo delle relazioni sindacali e dei rapporti con il personale può essere solo accennato, anche se si registra un clima nuovo, un apprezzamento per il ruolo svolto dai diversi delegati che si sono succeduti, una riduzione del contenzioso e una complessiva strategia di modernizzazione in un Ateneo che ha inteso affermare il senso di appartenenza all’organizzazione e trovare sinergie e un orizzonte di impegno nuovo per tutti, grazie al direttore generale, ai dirigenti, ai responsabili degli uffici, agli amministrativi, ai tecnici, ai bibliotecari, a tutti i delegati. Rimane l’amaro in bocca per il precariato che dilaga e per i concorsi non conclusi: è un obiettivo che davvero ci auguriamo possa essere prioritario per i prossimi mesi.

In campo edilizio si è sviluppata un’azione coerente e quanto mai estesa: penso al nuovo Istituto di Malattie infettive, alla Clinica Neurologica, all’Istituto di Igiene, ai laboratori di Patologia Generale, al reparto di Anestesia, all’Ospedale Veterinario, alle facciate dell’Università e del Palazzo Ciancilla, all’ampliamento degli edifici del Dipartimento di Agraria, alle nuove aule della Facoltà di Medicina e Chirurgia, al complesso di Santa Chiara sulle mura spagnole di Alghero, verso il mare del Golfo delle Ninfe. Grazie al recupero di consistenti risorse sui fondi FAS completiamo le tante incompiute dell’Ateneo: il complesso bionaturalistico a breve in appalto, l’Estanco, l’Istituto dei ciechi, ora Palazzo Grazia Deledda, per la Biblioteca di Lettere e Lingue. Parliamo del nuovo Ospedale AOU con 95 milioni. Ci sono stati centinaia e centinaia di interventi per garantire sicurezza ed efficienza, anche se permangono molte esigenze e si impone il tema di estendere ulteriormente le manutenzioni. Grazie a Simone Loddo e all’Ufficio tecnico.

L’Ateneo ha discusso il tema della sovranità della Sardegna in Consiglio Regionale, la riforma dello statuto, la legge statutaria, la riforma sanitaria, il bilancio regionale, con incontri che non si sono limitati alla Commissione Pubblica Istruzione, alla Commissione Sanità, alla Commissione bilancio del Consiglio Regionale. Proprio in Consiglio Regionale abbiamo presentato la nostra posizione che è risultata vincente sul plurilinguismo e per la lingua sarda abbiamo chiesto – come recitano le linee guida approvate dalla Regione sulla LSC – che si parta dalle radici, che si rispettino e si valorizzino le varietà locali, in una reale ottica di protezione delle minoranze, che si difendano i territori senza atteggiamenti di dirigismo linguistico che sarebbero nefasti, pur in una prospettiva di semplificazione ortografica e, sul piano scritto, di standardizzazione progressiva.  Voglio ribadire che l’Ateneo è fortemente impegnato nella difesa della lingua sarda e delle altre lingue del territorio come lingue dell’oggi e del domani, come segni di identità e come elementi distintivi per le culture e le tradizioni della Sardegna.

Abbiamo firmato una nuova intesa triennale con gli assessori alla programmazione e alla pubblica istruzione per il fondo unico a favore dei due Atenei e partecipato al dibattito sul finanziamento delle sedi gemmate, ad Olbia, a Nuoro, a Oristano, ad Alghero.

Ovviamente il mancato aumento delle contribuzioni studentesche ha esposto il bilancio a forti pressioni: negli ultimi anni le disponibilità di bilancio appaiono fortemente compresse a causa della crescente riduzione del Fondo di Funzionamento Ordinario e degli spaventosi ritardi con i quali la Regione Sarda trasferisce le risorse del Fondo Unico, per non parlare della lentezza pluriennale dell’AOU e delle ASL. Eppure siamo andati avanti e i trasferimenti di risorse sono garantiti per la prossima settimana: il patrimonio netto che lasciamo in parte libero e in gran parte vincolato e il piano delle dismissioni programmate (che non è stato in nessun modo utilizzato) consentiranno ai nuovi amministratori di guardare con serenità ai prossimi bilanci.

Lo ha ribadito due giorni fa in Consiglio di Amministrazione il presidente del Collegio dei revisori, il procuratore dott. Tommasio Cottone, con una dichiarazione che veramente ha fatto giustizia di tante amarezze e che testimonia il più vivo apprezzamento per la rigorosa attenzione ai profili di legalità oltre che la costante ricerca di soluzioni idonee a coniugare le esigenze di sviluppo dell’attività didattica e di ricerca con la sempre più preoccupante scarsità di risorse che di anno in anno ha colpito l’Ateneo.

Del resto si profila all’orizzonte la progressiva applicazione del costo standard per studente che rappresenterà una minaccia, se non sarà ancorata al PIL medio della Sardegna rispetto al PIL italiano e se non verranno fatti interventi sulla didattica per migliorare la regolarità del percorso di studi; rischiamo un catastrofico crollo del FFO anche sulla base delle sempre maggiori risorse legate alla parte premiale. Occorre tempestivamente intervenire per migliorare le performance della didattica e della ricerca.

Tra i riconoscimenti ottenuti dall’Ateneo, e di cui siamo orgogliosi, citerò almeno il Candeliere d’oro speciale, assegnato dalla città di Sassari un anno fa.

Le recenti abilitazioni nazionali hanno messo in luce le qualità di un Ateneo vivo, aperto verso l’esterno, impegnato nelle reti internazionali, articolato in Dipartimenti, Centri di ricerca, laboratori, biblioteche, musei, aziende agrarie. L’Ateneo si è impegnato ad arrivare rapidamente alla presa di servizio dei nuovi professori associati e ordinari, con l’utilizzo di tutte le risorse in punti organico disponibili, in particolare quelle provenienti dal piano straordinario, libero dai vincoli di bilancio.

Rimane forte l’impressione di un Ateneo pieno di iniziative e di idee, ricco di progetti: abbiamo visto al lavoro i nostri colleghi in tanti luoghi diversi, in Vietnam ad Hué, in Paraguay, in Brasile, in Tunisia, in Spagna, nella Catalogna del Nord, in Francia, in Belgio, a Berlino, a Herat in Afganistan, da ultimo in Algeria a Constantine. Ma molti colleghi sono impegnati in tanti altri paesi.

L’Ateneo ha adottato nel suo statuto il motto virgiliano SVSCEPTUM PERFICE MVNVS, che ogni giorno rileggevo scendendo le scale del Palazzo Centrale dell’Università: ora che l’impegno è stato mantenuto, che il mandato è stato portato a termine anche col biennio aggiuntivo generosamente concesso dalla Ministra Gelmini, dico francamente che più volte siamo stati tentati dall’idea di interrompere questa esperienza, di rinunciare, di cercare una pausa di fronte a tante preoccupazioni e a tante responsabilità. Eppure questi cinque anni sono stati “magnifici”, pieni di amici e di persone disposte a spendersi al nostro fianco. Tanti artisti hanno donato le loro opere all’Ateneo, ultimi Elio Pulli, Liliana Cano, Igino Panzino, Pinuccio Sciola.

Per me, personalmente, sono stati anche i cinque anni più belli della mia vita. Grazie per le manifestazioni di affetto e di simpatia di questi giorni, che sento di non meritare completamente. Lascio al nuovo Rettore Massimo Carpinelli, con un augurio di buon lavoro, anche un bel po’ di questioni aperte e da risolvere, prima tra tutte la stabilizzazione dei precari e la chiamata di tutti gli abilitati.

Eppure sono orgoglioso per aver avuto il privilegio di guidare una nutrita pattuglia di collaboratori competenti e motivati, che hanno operato con grande autonomia e senso dell’istituzione. Una lezione di vita anche per tanti nostri studenti, che rimangono il nostro patrimonio più grande e la nostra speranza. A loro auguro con le parole di Steve Jobs un futuro non convenzionale, pieno di curiosità e di stimoli: Stay Hungry. Stay Foolish.

In una festa come questa non c’è bisogno di dire molte parole, anche perché ho il vago sospetto che forse ho parlato troppo in questi anni. Ma quello che mi preoccupa è il fatto che in qualche caso siamo stati incapaci di ascoltare davvero, di capire e di entrare in sintonia con chi sperava di più, di riuscire a guardare lontano senza schieramenti pregiudiziali. Chiedo scusa per gli errori compiuti e auguro con affetto al nuovo Rettore e ai suoi collaboratori diretti di avere il cuore libero da pregiudizi e di riuscire a spendersi davvero per la causa di un Ateneo che merita, da parte di tutti, più generosità e più impegno. Prometto che se mi sarà richiesto mi metterò a disposizione di Massimo Carpinelli con umiltà e spirito di servizio. Voglio soprattutto promettergli un dono da parte mia: un’epigrafe latina ritrovata negli scavi africani di Lambiridi in Numidia che lo risollevi nei momenti di difficoltà, un antico testo che contiene l’augurio di lunga vita rivolto a qualche immancabile invidioso: INVIDE, VIVE ET VIDE VT POSSIS PLVRA VIDERE.

Auguri di lunga vita all’invidioso, perché tu possa osservare ogni giorno le cose straordinarie fatte concretamente da chi ha fantasia, passione, curiosità, impegno:

Per usare le parole di Bernardo Demuro, finalmente recupereremo una dimensione positiva quella del silenzio. <<Che la ghiandaia taccia il suo grido e si ricomponga. Che l’iracondo smorzi la sua ferocia e prenda di mira se stesso. Che l’invidia smetta di seminare vento. Allora che il sole entri nel cuore di ciascuno ad irradiare il mattino. Spalancate le vostre belle pupille, uomini titubanti e increduli. Sognate ad occhi aperti, non lasciatevi ingannare dal sonno. Vagabondate pure con la mente, scoprirete pensieri profondi e più profondi affetti. Lasciate che la realtà vi sfugga, troverete luoghi di magica virtù e le vostre mani sapranno agire sulla creta, in perfetto silenzio>>.

Anche noi vorremmo che ora venisse davvero la primavera per la Sardegna: per usare le belle parole di Ignazio Camarda dia cherrer chi venzat su veranu / caminande / supra ‘e tappetos  biancos de erva ‘e arana / supra ‘e abba muda de untana / sichinde muros de iliche e de saliche / in mesu a sas arvures de tassu / iscuras dae su pesu de sos annos, / a iscazare nibe e ghiacciu.

Vorremmo che si avveri l’augurio di Pedru Mura, il poeta di Isili, rivolto alla Barbagia, pro chi colet ridende su beranu, vorremmo che la Sardegna in un momento di crisi come quello terribile che sta attraversando ritrovi una dimensione nuova, con tanti fiori che sbocciano come quelli che spuntano sulle pagine di questo libro, con le straordinarie immagini dell’erbario del nostro Ateneo fornite da Rossella Filigheddu e Stefania Pisanu.

In su muru ‘e s’odiu

Aperibi una janna

Chi siat de artura tantu manna

Cant’est artu su sole a mesudie.

Chi siat de largura tantu larga

Cant’est largu su coro ‘e sa natura ;

pro chi colet ridende su beranu

chin tottu sos profumos ch’hat in sinu;

pro chi avantzet cantande s’arbèschia

chin tottu sos lentores de manzanu;

pro chi si nde confortet su desertu

e ti torret sos fizos fattos frores,

perché il deserto possa rifiorire e

e renderti i tuoi figli fatti fiori.

Vorremmo davvero che i nostri studenti divengano la generazione che faccia rifiorire una Sardegna capace di trovare la rugiada, che lavi finalmente le piaghe  aperte da sempre